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Raggiunta la fine della Cerretera Austral, dovevo ritornare sulla RN 40 in Argentina per riprendere la mia discesa a Su. Da villa O’Higgins, ultimo villaggio della Carretera, avevo due opzioni. La prima, la più’ gettonata, era quella di ritornare sino a Chile Cico per attraversare la Frontiera con l’Argentina e da li prendere la RN 40, per un totale di 835 km sino a Gobernador Gregores. Ma studiando la mappa ho notato una seconda e più breve alternativa che prevedeva di raggiungere l’Argentina attraverso il Passo Roballos e da li attraverso la RN 41, raggiungere la RN 40 e poi Gobernador Gregores, per un totale di 652 km. Ovviamente, senza pensarci due volte, ho optato per la seconda opzione. Lasciata Villa O’Higgins mi sono fermato per la notte a Cochrane e da li sono ripartito all’alba per percorrere i restanti 422 chilometri che mi separavano da Gobernador Gregores. Una pista fantastica, che a tratti si inerpica per vette brulle per poi tuffarsi in canyon dai mille colori e abitati dagli immancabili e timidi guanachi. Dopo 95 chilometri di questo indimenticabile palcoscenico della natura, raggiungo la frontiera Cilena; un piccolo casolare in legno bianco ed una sbarra a marcare la fine della Giurisdizione Cilena. Parcheggiata la moto mi avvio con i miei documenti all’interno del casolare. Mi accolgono due Carabineros, che con un amabile sorriso mi chiedono il mio “Salvacondotto” Dico: scusi, cosa? Risposta: il “ salvacondotto”. Mi spiegano che Passo Roballo non e’ un “paso fronterizo” (passo di frontiera), in quanto non ha una presenza della polizia investigativa di frontiera, per cui per poter passare necessito un “salvacondotto” che va richiesto, on line ,alla polizia di frontiera Cilena. Ok, ho pensato, sarà’ come richiedere l’ESTA per gli Stati Uniti. Potete darmi connessione ad internet? La laconica risposta e’ stata: ci spiace, non abbiamo connessione ad internet qui. Deve tornare indietro di 55 chilometri e li troverà’ un Hotel che potrà’ fornirle la necessaria connessione ad internet per richiedere il Salvacondotto! Giannoccaro stai calmo, rifletti, conta sino a 33 e poi rimettiti in sella e torna indietro Ho ripercorso quei 55 chilometri ad una andatura allegra, perché i cortesi militari mi avevano avvertito che la risposta alla domanda del salvacondotto poteva richiedere un’attesa anche di un paio di ore. Raggiunto questo meraviglioso ed isolatissimo hotel nel bel mezzo della Patagonia, chiedo di potermi connettere a internet ad una gentilissima inserviente che mi accontenta all’accessibile costo di soli 5 USD l’ora. Compilo il modulo di richiesta, lo invio e ricevo immediatamente una email a conferma dell’avvenuta ricezione. Passa un’ora, rinnovo l’abbonamento per la connessione ad internet nella speranza mi arrivi il Salvacondotto, ma trascorsa un’altra ora mi trovo costretto ad acquistare un’ulteriore ora di connessione. Finalmente, quasi allo scadere della terza ora, ricevo l’attesa risposta. Salvacondotto rilasciato. Salgo in sella che sono le 13 passate. Ho ancora più di 380 chilometri da percorrere di cui 250 di sterrati. Non percorro neanche 3 chilometri che sento la moto sbandare in modo assolutamente inconsueto. Mi fermo e noto che la gomma anteriore e’ completamente a terra. Animo, ho una camera d’aria nuova di scorta, le leve smonta gomme ed il compressore. Smonto la ruota, inizio a stallonarla, quando una moto si ferma. Il motociclista con uno spagnolo con marcato accento brasiliano mi offre il suo aiuto. In pochi minuti tiriamo fuori la camera d’aria bucata. Nel frattempo sopraggiunge un pick up con a bordo il papa’, la mamma del mio nuovo amico brasiliano, la moglie ed una coppia di amici. Si scopre che il papa’ oltre ad essere un esperto endurista e’ anche un talentuoso meccanico e nel giro di una decina di minuti la gomma ed il suo cerchio sono nuovamente ben salde sul mio avantreno. Riparto e con un’andatura da prova speciale raggiungo nuovamente la frontiera. Le pratiche doganali e di frontiera scorrono rapide e nel giro di 15 minuti sono nuovamente in moto. A circa 1 chilometro dalla frontiera Argentina la moto sbanda nuovamente. Mi fermo: questa volta e’ la gomma posteriore ad essere totalmente a terra. Sono ormai le 15:30, la gomma posteriore so che sarà’ molto più complicata da stallonare rispetto a quella anteriore. L’ufficiale di guardia alla frontiera Argentina mi guarda dispiaciuto. Sono ormai 8 ore che non do segni di vita a mia moglie. Nel frattempo mi raggiungono gli amici Brasiliani. La ruota e’ già smontata e seguendo il suggerimento dell’esperto Joao, una massiccia dose di WD40 intorno al pneumatico ne consente un relativamente facile stallonamento. La gomma e’ nuovamente al suo posto. Ho ancora 280 chilometri da percorrere di cui 150 di sterrati. Il tramonto mi raggiunge coprendomi di giallo oro per poi lasciare spazio ad un blu sempre più scuro. Raggiungo Barranca, E’ ormai buio pesto e decido di fermarmi qui per la notte.