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A cura di Lucia Pappalardo La caldera dei Campi Flegrei è considerata tra i vulcani più pericolosi d'Europa ed è attualmente in una nuova fase di unrest che si protrae in modo intermittente da diversi decenni. L’origine magmatica e/o idrotermale delle diverse fasi di unrest è ampiamente dibattuta nella letteratura scientifica recente. In questo studio, confrontando la composizione chimica dei gas disciolti nei magmi coinvolti nelle passate eruzioni flegree con quella dei gas fumarolici emessi nel sito idrotermale della Solfatara, e attraverso simulazioni termodinamiche sono stati ricostruiti i processi di degassamento magmatico alla base della dinamica che ha caratterizzato la caldera negli ultimi decenni. In particolare, dimostriamo che le variazioni nella composizione chimica (N2-He-CO2) dei gas fumarolici sono il risultato della decompressione di un importante volume di magma nella porzione profonda (=200 MPa, 8 km di profondità) del sistema di alimentazione magmatico. I fluidi rilasciati dalla decompressione e cristallizzazione magmatica perturbano il sistema idrotermale sovrastante generando deformazioni del suolo e sismicità. I risultati mettono in evidenza come i dati petrologici e geochimici consentano di tracciare il verificarsi di episodi di ricarica di magma nelle porzioni più profonde e duttili della che potrebbero verificarsi anche senza l’accadimento di terremoti.