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08 ago 24 cresta di FLUA alla punta Grober 3.497m con Marco (Don) Annovazzi Una delle salite Valsesiane piu' classiche aperta dai fratelli Gugliermina nel 1896 giorno 1 salita al rifugio Barba Ferrero dal sentiero 207E con lavata per temporale pomeridiano. Accolto dall'ospitalissimo Andrea, il gestore del rifugio, che mi mette subito a mio agio prodigandosi di informazioni e mi accompagna da Marco che, visto il tempo, ronfava in branda. Spettacolare e abbondante cena serale che impreziosiamo approfittando della fornitissima cantina del rifugio con una bottiglia di Ruche' dietro i preziosi consigli di Andrea. giorno 2 sveglia alle 4,30 e partenza alle 5,15 col buio passato il ponticello saliamo a vista il pendio dietro al rifugio puntando dritti in direzione della cima Alla fine del risalto erboso si incontrano delle morene e il nevaio di Flua. Risaliamo verso l'evidente cengia che percorrendola su traversi in neve porta proprio sotto la cresta Qui occorre risalire le rocce verso un evidente pinnacolo rosso che teniamo sulla dx Cominciamo a percorrerla procedendo di conserva. Come spesso accade per vie del genere non è molto chiaro il percorso piu' ovvio e per qualche tratto riteniamo di fare un minimo di sicura anche perché il percorso è veramente esposto. Rimane un incognita il percorso da seguire sul pinnacolo prima del famoso pilastro rosso Risaliamo al sua fianco sx facendo una sosta e Marco apre una variante di 5° :-) Il Pilastro rosso è forse il punto meno problematico, solo un pochino delicato per l'esposizione il traverso a dx. Dovrebbero essere finite le difficoltà ma manca un ultimo pilastrino che per la qualità della roccia e soliti problemi di individuazione del passaggio ci fa perdere ancora un pò di tempo. Siamo finalmente alla Madonnina e dovremmo aver finito di penare, ma inizia quella che sarà la parte piu' avventurosa e pericolosa della giornata perché causa bassa visibilità non capiamo dove scendere e procediamo fino a dove finisce la cresta che termina con un salto di cui non si vede il fondo allora ci abbassiamo sul lato nord-est su sfasciumi ma frana tutto allora torniamo sui nostri passi e intravediamo una cengia che pare scendere sul ghiacciaio di Macugnaga e da cui pensiamo di risalire fino al colle delle Locce. Nulla di piu' sbagliato la cengia è un "cul de sac" in sopeso sopra il ghiacciaio che vediamo parecchie centinaia di metri di sotto. A questo punto decidiamo di tentare e proseguire nel traverso su pendii di neve e rocce fino ad uno spigolo lontano. Con alcune soste riusciamo a raggiungere lo spigolo su sfasciumi raggelanti dove si muove tutto. Il colle si vede ma non è scontato che si possa raggiungere. Marco sparisce dietro lo spigolo e lo perdo di vista, la corda continua lentamente a scorrere e finalmente mi urla che si si può raggiungere. Passo lo spigolo facendo cadere di tutto e vedo finalmente la meta anche se in mezzo ci sono parecchi canali la cui percorrenza è dubbia, comunque con un paio di altre soste e molta cautela ci arriviamo sfiniti. Da qui si fa per dire solo 1080 m di dislivello e pure 'na corda doppia. Arriviamo alle 21,00 al rifugio dove fortunatamente c'è Andrea che con la sua accoglienza e una bottiglia speciale ci fa dimenticare presto tutto. 00:00 intro 02:10 al Rifugio 04:58 cena 06:50 giorno 2 partenza 09:38 al nevaio 13:21 in cresta 20:30 variante Annovazzi 24:32 il pilastrino 26:24 in vetta 28:53 outro #barbaferrero #flua #boomerclimbers music credits: SADE - Why can't we live together TORI AMOS - Bouncing off clouds INXS - Mistify