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Maurizio Peciccia in questo video presenta il pensiero di Gaetano Benedetti GAETANO BENEDETTI si laurea in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Catania, divenendo assistente alla clinica universitaria di malattie nervose e mentali. Nel 1947 decide di recarsi in Svizzera, specializzandosi a Zurigo in Psichiatria presso la celebre Clinica Burghölzli guidata da Manfred Bleuler. In questo contesto, prosegue la formazione psichiatrica e psicoterapeutica incontrando e lavorando accanto a Medard Boss, Ludwig Binswanger, Marguerite Sechehaye, Christian Müller, Carl Gustav Jung. Contemporaneamente, prosegue la formazione in Psicoanalisi prima con Rudolf Brun e successivamente con Gustav Bally. Docente di Igiene mentale all’Università di Basilea dal 1956 al 1985 e direttore del servizio di Psicoterapia del dipartimento psichiatrico, ha lavorato per quasi cinquant’anni come psicoterapeuta, psicoanalista e supervisore. Unitamente alla pratica psicoanalitica classica, Benedetti si è dedicato allo studio e alla psicoterapia delle psicosi. Influenzato dalla psicoanalisi freudiana, dalle correnti fenomenologiche e dalla filosofia esistenziale, ha interpretato l’esperienza psicotica principalmente come una profonda lacerazione del senso di sé nell'incontro con l’altro. Anche il delirio e l’allucinazione, lungi dall’essere una semplice bizzarria da eliminare, sono visti come aspetti enigmatici ma significativi dell’identità personale che l’incontro psicoterapeutico interpella. In questo senso, Benedetti vedeva nella psicoterapia una sfida esistenziale (tra paziente e analista) volta a dare voce e senso ai drammi della non-esistenza dell’esperienza psicotica. L’interesse per la psicoanalisi e per la psicoterapia delle psicosi lo vede impegnato in numerose attività di docenza anche in Italia, dove a partire dalla metà degli anni sessanta viene spesso chiamato come docente e supervisore. L’intensa attività clinica, di docenza e di supervisione trova espressione e riconoscimento prima nel Gruppo di Psicoterapia e Scienze Umane (da cui prenderà vita l’omonima rivista Psicoterapia e Scienze Umane fondata da Pier Francesco Galli) e poco dopo, con Johannes Cremerius, nell’Istituto di Psicoanalisi di Milano, che si costituisce poi come Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica (SPP) e Associazione di Studi Psicoanalitici (ASP), facenti parte dell’International Federation of Psychoanalytic Society (IFPS). Sul piano intellettuale, insieme a Pier Francesco Galli, agli inizi degli anni ’60 Benedetti fu promotore di un’importante azione di aggiornamento culturale, preoccupandosi di introdurre negli ambienti specialistici italiani le conoscenze psicoanalitiche con l'azione editoriale Feltrinelli "Biblioteca di Psichiatria e Psicologia clinica". In quel periodo, si registrava un ritardo culturale significativo rispetto agli studi psicoanalitici internazionali: per dare un’idea dell’arretratezza, basti ricordare come il progetto di tradurre l’opera omnia di S. Freud poté essere avviato soltanto nel 1966 per concludersi solo nel 1980 grazie all’imponente lavoro di Cesare Musatti. In tutto questo lasso di tempo, tuttavia, in ambito internazionale il pensiero psicoanalitico aveva continuato a svilupparsi, proponendo ulteriori modelli, prospettive e paradigmi. Fu grazie all’iniziativa di P. F. Galli e alla partecipazione di G. Benedetti che molte opere di psicoanalisi successive a Freud poterono essere introdotte in Italia, contribuendo così a colmare le lacune e l’arretratezza cui la psicoanalisi italiana rischiava di essere esposta sul piano clinico e socio-culturale.