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Videoconferenza di Pierluigi Montalbano La storia della navigazione antica è legata al trasporto di uomini e materiali attraverso corsi fluviali, laghi e piccolo cabotaggio sotto costa. Le prime esplorazioni avvennero con l’utilizzo di grossi tronchi di quercia svuotati dello spazio utile agli individui per remare. Più tardi comparvero zattere realizzate con legname e pelli d’animale gonfiate per galleggiare. Solo verso la metà del III Millennio a.C. abbiamo una cantieristica navale in grado di realizzare navi attrezzate per lunghe traversate. Si tratta di navi cucite, ossia realizzate con travi di legno saldamente legate con fibre vegetali e rinforzate nelle parti soggette alle sollecitazioni delle onde. Nell’età del bronzo compare il sistema a tenoni e mortase, un assemblaggio facilitato da perni incastrati in grosse travi di legno opportunamente lavorate. Utilizzando un sistema misto fra nave cucita e perni si giunse alle navi che solcarono il mare aperto fino a tempi recenti, quando furono affiancate da barche in lamiera di metallo e da imbarcazioni in resina. Le vele compaiono fin dal neolitico, e la loro evoluzione procede dalla vela quadra a quella triangolare per andare parzialmente controvento. Le rotte seguivano venti e correnti favorevoli, e nel Mediterraneo si praticava la navigazione estiva in senso rotatorio antiorario, lungo la rotta che i tonni compiono per depositare le uova lungo le coste.