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Il mito I miti su Tiresia sono molti.Uno dei più diffusi racconta che, passeggiando sul monte Cillene (o secondo un'altra versione Citerone), vide due serpenti che copulavano, ne uccise la femmina perché quella scena lo infastidì. Nello stesso momento Tiresia fu tramutato da uomo a donna. Visse in questa condizione per sette anni provando tutti i piaceri che una donna potesse provare. Passato questo periodo venne a trovarsi di fronte alla stessa scena dei serpenti. Questa volta uccise il serpente maschio e nello stesso istante ritornò uomo. Un giorno Zeus ed Era si trovarono divisi da una controversia: chi potesse provare in amore più piacere: l'uomo o la donna. Non riuscendo a giungere a una conclusione, poiché Zeus sosteneva che fosse la donna mentre Era sosteneva che fosse l'uomo, decisero di chiamare in causa Tiresia, considerato l'unico che avrebbe potuto risolvere la disputa essendo stato sia uomo sia donna. Interpellato dagli dei, rispose che il piacere sessuale si compone di dieci parti: l'uomo ne prova solo una e la donna nove, quindi una donna prova un piacere nove volte più grande di quello di un uomo. La dea Era, infuriata perché l'indovino aveva svelato un tale segreto, lo fece diventare cieco, ma Zeus, per ricompensarlo del danno subito, gli diede la facoltà di prevedere il futuro e il dono di vivere per sette generazioni: gli dei greci, infatti, non possono cancellare ciò che han fatto o deciso altri dei. testo Dimmi Tiresia Dal regno dove mai nessuno si è recato Versami il sangue Scavami un botro Un buco per sbirciare tra il mio destino e il Fato Bevi il mio sangue Che porti alla memoria la coscienza di chi ero e sono stato Ma è meglio sapere o non sapere Aver la conoscenza Sapere o non sapere Quello che poi mi sporcherà Dimmi Tiresia Affido a te il mio viaggio Alla tua sentenza Tu che già sai, com'è filato il mio cammino Sapere o non sapere Se la donna mia mi aspetta se è fedele Sapere o non sapere Dimmi Tiresia Quali stratagemmi dovrò ordire In quale forma mi dovrò nascondere Dimmi Tiresia Ma è meglio sapere o non sapere E non poter più credere Sapere e poi dovere Portare fino in fondo il compito Dimmi Tiresia E' duro profetare La conoscenza è distanza che separa La fatica di conoscere E' più grande fatica di essere creduti? Dimmi Tiresia Tu che dimentichi e ricordi e poi dimentichi E così purifichi A che mi servirà sapere Saper il mio destino come già deve compiersi E poi non esser più creduto dai compagni Soltanto dai segni nei sogni Dimmi Tiresia Togli la sete Conoscilo e poi scordalo Bevi di questo Lete Conoscilo e poi scordalo La conoscenza è niente senza fede Conoscilo e poi scordalo La conoscenza è niente senza fede La conoscenza è niente senza fede Vai oltre il ritorno Porta sulle spalle un remo Abbandona la casa e vai errante nel sole Fino a gente che non batte il dorso del mare Che non conosce i cibi conditi col sale Che confonderà il remo con un ventilabro Un rastrello per spargere intorno sementi Per pettinarle nelle crine dei venti Lì lo poserai offrirai sacrifici La morte ti coglierà dal mare Consunto da splendente vecchiezza Tra gente felice attorno Questo ti dico senza tema nè dubbio