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Collezionare orologi significa seguire una strada chiara… o decidere di uscirne. Nel mondo del vintage esistono due approcci opposti (e spesso complementari): puntare sui grandi classici, i modelli iconici riconosciuti da tutti, oppure cercare pezzi rari, strani, talvolta dimenticati, capaci di raccontare storie fuori dal coro. Nel primo caso, i vantaggi sono evidenti: referenze solide e stabili, un mercato più prevedibile, e un valore storico e collezionistico già consolidato. Ma il rischio è quello di muoversi sempre negli stessi territori, dove l’originalità lascia spazio alla prevedibilità. Nel secondo, la collezione diventa un percorso più personale: orologi insoliti, produzioni limitate, varianti poco documentate, design eccentrici. Qui il fascino è enorme, ma richiede studio, curiosità e la capacità di accettare qualche incertezza in più, sia sul valore che sulla riconoscibilità. In questo video affrontiamo questa dicotomia insieme a Carlo Biagioli, founder di Vintageur, che porta sul tavolo circa venti pezzi rari e non convenzionali. Ogni orologio è un pretesto per parlare di epoche, scelte industriali, mode, errori e intuizioni geniali. Un confronto aperto tra mainstream e ricerca personale, per capire se collezionare significhi seguire le regole o riscriverle. Tu da che parte stai?