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L’innovazione tecnologica oggi fa costantemente passi avanti per fornire strumenti d’intervento sempre più mini-invasivi. La nuova frontiera della chirurgia ortopedica è la piattaforma robotica Mako, un sistema computerizzato che permette di riprodurre sul paziente ciò che il chirurgo ha pianificato con estrema accuratezza sul software, eliminando la possibilità di errore manuale nell’impianto della protesi. Secondo studi radiografici il robot è in grado di assicurare una precisione tre volte superiore rispetto alle tecniche tradizionali. Le immagini tridimensionali ricreano l’esatta anatomia del paziente, il chirurgo posiziona le protesi sul modello 3D valutando l'esatto collocamento in modo dinamico e in base al movimento del paziente e al suo bilanciamento legamentoso. L’alloggiamento della protesi viene sagomato nell’osso da una fresa montata su un braccio robotico, mentre una telecamera a infrarosso traccia in tempo reale la posizione di ossa e strumenti chirurgici, in modo che la correlazione tra reale e virtuale sia mantenuta senza dover immobilizzare il paziente. La piattaforma è stata progettata per la creazione di protesi di tutte le grosse articolazioni ed è al momento utilizzata per le ginocchia e le anche, in particolare nei casi di artrosi, ma presto sarà possibile effettuare l’intervento anche su spalla e caviglia. I vantaggi, oltre all’accuratezza della realizzazione e del posizionamento della protesi, sono il risparmio considerevole dei tessuti coinvolti nell’intervento (osso e cartilagine), la garanzia di un migliore allineamento delle componenti protesiche e quindi il prolungamento della durata dell’impianto, tempi di degenza minori (in media di 1-2 giorni, contro i 3-4 della tecnica manuale), il minore sanguinamento con un rischio più basso di infezione post-operatoria e tempi di recupero più bassi.