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Ci sono verità che nessuna terapia moderna riesce a spiegare completamente, ma che il buddismo rivela con semplicità e profondità. La mente umana, con le sue paure, desideri e illusioni, può essere compresa solo attraverso l’osservazione silenziosa. In questo video esploreremo dodici insegnamenti buddisti più potenti di uno psicologo, capaci di trasformare il modo in cui percepisci te stesso e la vita. Prima di iniziare, metti mi piace al video e iscriviti al canale, così aiuti il nostro canale a crescere e a continuare a diffondere gli insegnamenti buddisti a più persone. Insegnamento 1 — Il potere dell’impermanenza. La vita è un flusso costante, come un fiume che scorre senza mai fermarsi. Ogni momento nasce e muore, ogni emozione appare e scompare. Quando cerchiamo di trattenere ciò che è destinato a cambiare, creiamo solo sofferenza. Ma quando impariamo a fluire con ciò che accade, scopriamo una pace che non dipende dalle circostanze esterne. L’impermanenza non è una minaccia, ma una maestra silenziosa che ci invita a vivere pienamente ogni istante. Sapere che nulla è eterno ci spinge ad apprezzare ciò che abbiamo, invece di darlo per scontato. Ogni sorriso, ogni incontro, ogni respiro diventa prezioso quando comprendiamo che tutto è passeggero. Molte persone temono il cambiamento, ma nel buddismo il cambiamento è la natura stessa della vita. Non possiamo fermare il tempo, ma possiamo imparare a danzare con esso. Quando smettiamo di resistere, la mente si apre, e l’energia che prima sprecavamo nel controllo si trasforma in accettazione e calma interiore. Pensare che qualcosa debba rimanere per sempre è un’illusione. Gli amori, i dolori, le vittorie e le perdite: tutto segue il ritmo naturale del divenire. Ogni fine porta con sé un nuovo inizio, anche se a volte non lo vediamo subito. È nel lasciar andare che diamo spazio alla rinascita. L’impermanenza ci mostra che non possiamo possedere nulla, nemmeno noi stessi. Il corpo cambia, le idee si evolvono, le persone entrano e escono dalla nostra vita. Comprendere questo ci libera dal peso dell’attaccamento e ci aiuta a vivere con più leggerezza e compassione. Quando accettiamo che anche la sofferenza è temporanea, smettiamo di combatterla. Ogni emozione dolorosa ha un ciclo, e come le onde del mare, alla fine si ritira. Questa consapevolezza ci restituisce forza, perché sappiamo che nessuna oscurità dura per sempre. Allo stesso modo, anche la felicità è fragile. Non per questo dobbiamo temerla, ma imparare a gustarla senza volerla trattenere. L’arte della serenità sta nel godere della bellezza del momento, sapendo che passerà, e che proprio per questo è unica. Nel buddismo, si insegna che chi comprende davvero l’impermanenza smette di soffrire inutilmente. Accetta la perdita senza disperarsi e accoglie la gioia senza paura che finisca. Vive con equilibrio, come un albero che si piega al vento ma non si spezza. Accettare il cambiamento non significa rassegnarsi, ma aprirsi alla vita con fiducia. Ogni trasformazione porta una lezione, e ogni transizione è un invito alla crescita. La realtà non ha bisogno di essere come vogliamo: ha solo bisogno di essere accolta così com’è. L’impermanenza ci rende umili, ci ricorda che siamo parte di un tutto in continuo mutamento. Quando smettiamo di identificarci con ciò che cambia, troviamo qualcosa che non cambia mai: la quiete della nostra coscienza presente. In quel silenzio nasce la vera libertà. Se osserviamo attentamente, vedremo che tutto ciò che finisce lascia un dono. Un amore perduto ci insegna la compassione, un fallimento ci insegna la pazienza, un addio ci insegna la gratitudine. Ogni cosa che passa ci avvicina un po’ di più alla saggezza. Abbracciare l’impermanenza è abbracciare la vita stessa. È riconoscere che nulla ci appartiene, ma tutto ci attraversa. E in questo passaggio continuo, se restiamo consapevoli, scopriremo che la pace non nasce dal possesso, ma dalla capacità di lasciar andare. #buddha #buddismo #filosofiabuddista