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Le vittime del penultimo delitto del Mostro di Firenze furono Claudio Stefanacci e Pia Gilda Rontini. Claudio era nato a Vicchio il 19 luglio del 1963, orfano di padre, studente universitario di giurisprudenza a Firenze, lavorava nel negozio di elettrodomestici della madre situato in piazza Giotto a Vicchio. Pia Gilda Rontini era nata a Copenaghen il 26 maggio del 1966, era residente a Vicchio coi genitori e da poco tempo era impiegata presso il bar della stazione ferroviaria di Vicchio nella via Beato Angelico. Pia era conosciuta come facente parte del gruppo delle majorettes nella banda musicale del paese. Domenica 29 luglio 1984 Pia, poco dopo le 21 era uscita dalla sua casa di Vicchio per raggiungere a piedi quella del fidanzato. I due giovani presero la Fiat Panda 30 di Claudio e uscirono assieme per una passeggiata. Come di consueto i genitori ne attendevano il ritorno entro le 22.30, e quando non li videro non passò molto tempo prima che si preoccupassero e avvertissero alcuni amici, i quali, già verso l’una, erano in giro per tutta Vicchio a cercarli. Uno di loro, si ricordò di aver visto uscire in una precedente occasione la Panda di Claudio da un tratturo in un bosco, poco fuori dal paese. I cadaveri furono scoperti intorno alle ore 2,00 del 30 luglio da un amico di Claudio, il signor Piero Beccherini, che spesso come elettricista collaborava con il negozio di elettrodomestici della madre di Claudio Stefanacci. L’omicidio dei due ragazzi avvenne tra le 21,30 e le 22,00 del 29 luglio 1984, in un viottolo isolato che si dipartiva dalla via Sagginalese, in località Boschetta, in comune di Vicchio di Mugello. L’utilitaria si trovava ferma in retromarcia sul fondo del viot¬tolo, la chiave di accensione era rimasta inserita nel quadro, le portiere erano chiuse, quella sinistra lato guidatore con la sicura ben in¬serita, il vetro della portiera destra era frantumato ed all'interno dell'auto furono trovati numerosi frammenti di vetro. I sedili anteriori erano stati entrambi reclinati in avanti. Dentro l'auto, nascosta sotto ad un sedile fu trovata una borsetta da donna. Sulla portiera destra, a livello del canale di scorrimento del vetro, sul montante alla base di detta portiera e sul terreno furono trovate tracce di sangue. Tracce di impronte digitali furono rinvenute sulla cornice superiore dello sportello destro, ma non, sul tetto dell'auto. Vennero inoltre rilevati due aloni sulla portiera di destra, come segni di appoggio o di contatto delle ginocchia, come se qualcuno si fosse appoggiato alla portiera tenendo le gambe unite e quasi in aderenza alla superficie della stessa. Furono repertati cinque bossoli calibro 22 marca Winchester con una H impressa sul fondello: uno all'esterno dell'auto, vicino allo sportello destro e quattro all'interno dell'auto. Il cadavere del giovane fu trovato sul sedile posteriore, nella parte destra prossima al centro del sedile, rannicchiato in decubito laterale sinistro e con le ginocchia flesse. I periti ritennero però che il corpo avesse subito spostamenti rispetto alla posizione iniziale. Indossava i calzini, gli slip ed una maglietta a mezze maniche a righe blu e beige; i pantaloni furono rinvenuti nell'auto. Claudio Stefanacci era stato attinto da quattro proiettili, due al torace, uno al cranio ed un quarto aveva raggiunto, perforandoli più volte, i pantaloni, determinando probabilmente la lesione contusiva in regione dei glutei.