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FREMM EVO: un nuovo passo per la Marina Militare Italiana Il 3 aprile, presso lo stabilimento Fincantieri di Riva Trigoso, è stato aggiunto un tassello fondamentale per la Marina Militare Italiana con la cerimonia del taglio della prima lamiera di una delle due nuove unità FREMM Evolution, note anche come FREMM EVO. Ripercorriamo brevemente i passi che hanno portato a questa giornata e analizziamo cosa sappiamo sulle nuove unità. Storia Negli ultimi tempi sono circolate numerose voci secondo cui l'Italia sarebbe disponibile a vendere alcune fregate FREMM classe Bergamini, con la Grecia tra i possibili acquirenti. Molti osservatori hanno sottolineato come questo accordo potrebbe essere motivato dall’intenzione dell'Italia di cedere almeno due unità per riallocare gli equipaggi sulle nuove navi della Marina Militare, tra cui proprio le FREMM EVO. Fincantieri ha ricordato che il contratto per la costruzione delle "Evolution" è stato firmato a luglio 2024 da Orizzonte Sistemi Navali, joint venture partecipata da Fincantieri, Leonardo e dall’Organizzazione Congiunta per la Cooperazione in Materia di Armamenti. Il progetto rientra nel programma pluriennale FREMM, finalizzato al rinnovamento della flotta della Marina Militare Italiana attraverso la costruzione di fregate di nuova generazione, con una consegna stimata entro il 2030. Attualmente, il programma FREMM, sviluppato in collaborazione tra Italia e Francia, ha portato alla realizzazione di 16 fregate, di cui 8 in servizio per la Marina Italiana. Come suggerisce il nome, le nuove FREMM Evolution saranno necessarie per colmare eventuali lacune dovute ai rapidi cambiamenti nel contesto operativo e per affrontare le sfide dei conflitti moderni, come la diffusione su vasta scala dei droni. Caratteristiche e innovazioni Il Ministero della Difesa ha stimato il costo di costruzione delle nuove unità intorno a 1,5 miliardi di euro, a cui si aggiungeranno ulteriori spese per il supporto logistico per almeno 10 anni. Dal punto di vista strutturale, le FREMM EVO manterranno molte caratteristiche comuni con le unità precedenti, migliorando però diversi aspetti, tra cui la capacità di individuazione ed eliminazione di droni, una tecnologia con cui la Marina Italiana si è già confrontata nel corso della missione Aspides, durante le operazioni di scorta ai convogli nel Mar Rosso. L’equipaggiamento per la guerra elettronica comprenderà sistemi di difesa soft-kill e artiglieria come il cannone da 30 mm Lionfish, pensati proprio per garantire protezione in scenari ad alta intensità. Il dislocamento e l’hangar per elicotteri non dovrebbero subire variazioni significative rispetto alle precedenti unità. Secondo Carolina Paizs di Rivista Italiana Difesa, le principali novità riguarderanno la componente missilistica, con l’integrazione del missile MdCN di MBDA. Il sistema di lancio verticale (VLS) sarà composto da moduli SYLVER A50 (16 celle) e A70 (16 celle), portando così la capacità totale a 32 lanciatori verticali. Sempre secondo RID, un altro aspetto cruciale sarà l’integrazione del sistema C-UAV ADRIAN, progettato per contrastare droni di piccole dimensioni (fino a 100 kg), rafforzando così le capacità di difesa delle nuove unità. Tra i miglioramenti previsti, Fincantieri punta su un avanzato Combat Management System (SADOC 4), sensori radar dual-band in bande X e C a facce fisse e numerose integrazioni software per ottimizzare la gestione dei sensori di bordo. Un passo strategico per la Marina Militare Italiana Le nuove FREMM EVO rappresentano un tassello fondamentale nel programma di ammodernamento della flotta militare italiana, reso sempre più urgente dai recenti scenari internazionali. Le crisi globali hanno dimostrato come anche operazioni lontane dalle acque nazionali possano avere un impatto diretto sulla sicurezza e sull’economia italiana, con conseguenti aumenti nei costi assicurativi, del carburante e del personale. Mantenere una flotta moderna ed efficiente, capace di rispondere rapidamente alle minacce e di proteggere il personale a bordo, è una priorità per affrontare le sfide del futuro. Con la recente partecipazione della nave Trieste all’esercitazione Mare Aperto e il lancio di numerosi programmi nazionali, sarà essenziale mantenere una rotta chiara e ambiziosa, evitando che la ripresa dell'industria navale italiana venga frenata da compromessi o interessi di singole aziende.