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C'è anche una suora, nota alla comunità milanese, nell'operazione condotta dalla DDA di Brescia contro un'associazione di stampo 'ndranghetista operante nel Bresciano. La maxi operazione, che ha portato a 24 arresti e al sequestro di beni e disponibilità finanziarie per oltre 1,8 milioni di euro, ha coinvolto diverse province e persino la Spagna. Tra gli arrestati, suor Anna Donelli, 57 anni, della congregazione delle Suore della Carità, già nota per il suo impegno nel carcere di San Vittore a Milano dal 2010, dove si occupava di assistenza e recupero sociale dei detenuti. Accusata di concorso esterno in associazione mafiosa, la religiosa avrebbe svolto il ruolo di intermediario tra i membri del clan dei Tripodi e i detenuti, approfittando del suo accesso libero alle carceri per trasmettere ordini e strategie criminali, e per risolvere conflitti tra prigionieri. Un’accusa confermata da conversazioni intercettate, in cui uno degli arrestati la definisce: «è uno dei nostri», aggiungendo: «se ti serve qualcosa dentro, è dei nostri». Secondo il gip di Brescia, come si legge nell’ordinanza Suor Anna "più volte, avrebbe svolto il ruolo di intermediario, tra gli associati e soggetti in detenzione, approfittando dell'incarico spirituale che le consentiva di avere libero accesso alle strutture penitenziarie”. La Religiosa avrebbe avuto così dai detenuti e comunicato agli indagati "informazioni utili per meglio pianificare strategie criminali di reazione alle attività investigative e dell'Autorità giudiziaria". La sua presenza, secondo il giudice, serviva anche per "risolvere dissidi e conflitti tra i detenuti all'interno del carcere”.