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Si tratta di un metodo di apprendimento cognitivo-comportamentale utilizzato sia con bambini e ragazzi a scuola, sia in contesti di riabilitazione, sia quando le funzioni cerebrali sono state compromesse a causa dell’età avanzata o di un incidente o di un ictus, ma anche con adulti in azienda per sviluppare il potenziale e massimizzare gli investimenti in formazione. Lo sviluppo del metodo è legato a filo doppio alla vita, alla tenacia e al lavoro del suo fondatore: Reuven Feuerstein, scomparso nel 2014. Negli anni '50 lo studioso ebbe un’intuizione che andava in direzione opposta a quanto sosteneva la maggior parte della pedagogia e della psicologia del tempo: secondo Feuerstein l’età, il corredo genetico, il contesto socio-culturale di appartenenza non siano fattori che determinano la capacità di apprendere. Feuerstein crede che l’essere umano sia un sistema aperto e la sua struttura cognitiva sia modificabile: tutti possono sempre imparare. Oggi quell’intuizione è divenuta una certezza supportata da conferme da parte della neuroscienza. Il metodo studia le componenti specifiche dell’apprendimento, come funziona un apprendimento significativo e duraturo, come il cervello impara, per arrivare a stabilire qual è il metodo di più efficace per quel soggetto, in maniera personalizzata. Comprende due tipologie di strumenti: valutazione del potenziale di apprendimento e di sviluppo della modificabilità cognitiva. La valutazione dell’intelligenza secondo Feuerstein deve essere dinamica: durante il processo di valutazione il soggetto si confronta da solo con un compito, poi il valutatore interviene insegnando come migliorare la performance partendo dalle caratteristiche del soggetto in esame ed infine il soggetto torna a confrontarsi da solo con il compito mentre il valutatore osserva il cambiamento. L’obiettivo di tutto il processo non è tanto quello di fotografare la situazione attuale, quanto piuttosto quello si ricavare informazioni su come quel soggetto impara e quindi come è più efficace insegnare a lui/lei in particolare. Gli strumenti di sviluppo dell’intelligenza servono proprio ad allenare le funzioni di base e sono organizzati in relazione all’età: la versione basic sotto gli 8 anni, la versione standard sopra. Si tratta di esercitazioni pratiche che sollecitano la plasticità cerebrale: ciò che c’è nella pagina funziona da occasione per mettere a tema il processo di pensiero stesso. L’obiettivo è quello di aumentare la consapevolezza cognitiva e fortificarla dove serve, rendendo autonoma la persona. Il metodo è particolarmente utile a chi ha difficoltà, a chi ha problemi specifici di apprendimento. Ma per tutti, perché rende più potenti, perché va alla radice del processo di apprendimento, rende le sue componenti evidenti al soggetto in modo da creare consapevolezza del processo stesso, consegnando strumenti pratici per migliorare il proprio percorso. Quindi è utile al sistema scolastico, perché i ragazzi oggi hanno meno necessità di imparare nozioni, ma di sapere come organizzare e gestire le informazioni. È utile anche alle aziende, dove le capacità di analisi, di sintesi, di comparazione e formulazione di ipotesi sono alla radice si molte attività. È utile a chi ha subito traumi al sistema neurologico, per imparare a riorganizzare il sistema di pensiero. Con la formatrice e trainer Arianna Milani esploriamo le potenzialità del metodo attraverso alcuni esempi. Intervista, riprese e montaggio di Silvia Valenti