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I Nomadi che nel 2023 hanno festeggiato i 60 anni di carriera, sono ancora qua e continuano a mietere successi. La band più longeva della musica italiana, la seconda al mondo, dopo i Rolling Stones, a dieci anni dall’ultimo album dal vivo torna con un nuovo disco live, in doppio vinile, formato digitale e Cd. Un lavoro che è molto di più di una semplice uscita discografica, è un ritorno alle origini, un tributo alla loro anima che vede nella dimensione live la sua massima espressione. L’album che è stato registrato durante il concerto al Teatro Dal Verme di Milano, nel dicembre 2024 è il primo disco live con Yuri Cilloni alla voce e con la new entry, Domenico Inguaggiato, alla batteria. Il disco è stato presentato nel corso di una conferenza stampa che si è svolta presso la sede della Warner Music a Milano. Con le telecamere di Teleambiente, eravamo lì “Questo live – ha dichiarato Beppe Carletti - è proprio un libro nostro, fatto di canzoni, che racconta la storia di questi 60 anni di vita italiana, non solo di vita dei Nomadi”. “È una grande soddisfazione averlo potuto fare e trovare una casa (la Warner, ndr) che ci ha creduto – ha evidenziato Carletti - perché adesso di dischi se ne vendono veramente pochi, si vendono solo su Spotify o cose del genere, da questo punto di vista, sono un po’ polemico, perché le nostre certificazioni erano basate su degli album, con tante canzoni, ma adesso è diverso”. “Questo disco è un doppio – ha continuato il leader e fondatore dei Nomadi, Beppe Carletti- c’è dentro la nostra storia, c’è da ‘Noi non ci saremo’ fino ai brani degli ultimi anni, passiamo proprio tutti gli anni ed è una cosa veramente bella. A me fa molto piacere averla realizzata, anche per Yuri, perchè per lui è il primo disco live, è tanta roba. Questa cosa mi piace perché le persone vanno anche gratificate”. “Dopo 8 anni di militanza in questo splendido gruppo - ha detto Yuri Cilloni in conferenza stampa - è arrivato il mio primo disco live e l’emozione c’è, c’è sempre”. La band fondata nel 1963 da Beppe Carletti ed Augusto Daolio, che negli anni ha cambiato circa 25 componenti, ad oggi fa ancora oltre 80 concerti all’anno, in tutta la Penisola, da nord a sud, prediligendo i piccoli centri, alle metropoli. Le canzoni dei Nomadi sembrano scritte oggi, hanno una canzone per ogni ‘stagione’ “Sembra fatto apposta, ma non è vero – ha sottolineato ancora Beppe Carletti a Teleambiente - quando abbiamo inciso ‘Auschwitz’, la guerra era un ricordo lontano, non se ne parlava quasi più, era molto lontana da noi, ma interpretare una canzone così oggi, ha un senso particolare. Anche ‘Dio è morto’, per esempio, parla di cose incredibili”. “Noi non abbiamo mai seguito le mode – ha aggiunto Beppe Carletti - abbiamo sempre cantato quello che abbiamo creduto, e questa è la nostra forza, perché quando andiamo sul palco ci siamo noi e noi dobbiamo essere credibili”. Sotto al palco ci sono tante generazioni “Questa per me è una cosa bellissima. Quando vedo i genitori che portano un bambino di dieci anni – ha raccontato Carletti - è tanta roba, ed è bellissimo. Vuol dire che l’aria che respiri, in tutti i sensi, è positiva. Noi abbiamo un pubblico incredibile, c’è gente che ci vuole bene, gente che piange, è bello vedere la gente che si emoziona. Se la musica trasmette tutto questo, ben venga essere ancora qui". “Metterei la firma – ha scherzato in conclusione Beppe Carletti - per essere qui tra 10 anni e fare un altro disco live”.