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Regia: Ciro Sarnataro Commento: Orazio Coclite A cura della squadra RAI MILANO esterna 4 **************************** TESTO DELL'OMELIA DEL VESCOVO LUCIANO MONARI Il problema decisivo è se la vita eterna interessi davvero all'uomo di oggi. Gesù la promette come fosse un dono immenso, desiderabile; ma sembra che per noi il vero valore desiderabile sia solo la vita presente con le sue tante opportunità: ricchezza e piacere e potere e successo. Potrebbe sembrare una scelta tra valori diversi: i valori immediati della vita materiale contro i valori più elevati, spirituali, della vita etica. Ma il vangelo non dice così; parla invece di un rapporto personale, affettuoso, amicale con Gesù: le pecore che gli appartengono, dice, ascoltano la sua voce, si fidano di lui e lo seguono. La fiducia in Gesù sembra indispensabile perché gli uomini possano liberarsi dalle paure e dalle seduzioni per vivere all'altezza della loro vocazione: chiamati a vivere per la verità rifiutando ogni forma di menzogna; chiamati a donarsi secondo una logica di amore e di fecondità invece di chiudersi nella sterilità del narcisismo. Se l'uomo fosse solo intelligenza, basterebbe dimostrargli che sono i valori di giustizia e di bontà a rendere umano l'uomo. Ma l'uomo è fatto anche di corpo, di sentimenti, di immagini, di desideri, di relazioni; e quando il suo mondo interiore è dominato dalla paura dell'insuccesso o dalla seduzione di un piacere immediato, non c'è ragione che tenga: l'uomo sacrifica anche i valori più alti per un attimo di ebbrezza. Per questo Dio ci ha donato Gesù: ci ha donato il suo amore in un volto umano di cui potessimo innamorarci; ci ha messo davanti una forma concreta di vita che apparisse bella, affascinante. Solo così poteva liberarci dalle molte illusioni colorate di quel fenomenale caleidoscopio che è il mondo. "Io do loro la vita eterna -- dice il Signore -- e nessuno le strapperà dalla mia mano." La vita eterna, quindi la vita di Dio -- fatta di amore che si dona, che dimentica di affermare se stesso e gioisce quando può contribuire all'affermazione dell'altro. Avete mai visto una cosa simile? Qualcuno che gioisce sinceramente del successo di un altro? Anzi, che rinuncia a un suo possibile successo per garantire la riuscita di un altro? Questo può avvenire solo in un cuore innamorato; solo un cuore amante disprezza il suo successo e lo mette in gioco volentieri per la gioia dell'amato. Ebbene, questo miracolo noi l'abbiamo visto: Egli ha dato la sua vita per noi. Che cos'abbia trovato in noi che suscitasse il suo amore, rimane misterioso. Ma forse la sua gioia sta proprio nel riuscire a rendere bello e desiderabile quello che era decisamente brutto: toccare la pelle di un lebbroso e farla diventare fresca come quella un bambino; guarire un cuore egoista e fargli provare lo stupore di essere amato, il desiderio di amare; consolare un animo triste e renderlo grato per la gioia che lo sorprende... questa è la gioia di Gesù, la gioia di Dio che Gesù rende visibile. Tutti noi viviamo sotto questa premessa di amore: egli ha dato la sua vita per noi. Non temere dunque: quale che sia la tua situazione, non sei sconosciuto a Cristo, non sei sconosciuto a Dio. E, nonostante tutto, Dio crede in te, in quello che puoi fare della tua vita; spera in te, in quello che di buono puoi donare al mondo. Sai di essere debole? Hai l'impressione che le paure del mondo ti schiaccino e ti succede spesso di attaccarti alla soddisfazione immediata? Gettati in Lui: Dio, il Padre di Gesù e Padre tuo, è più grande di tutti e nessuno ti può strappare dalla sua mano. La vita è una successione di scelte sempre nuove: pensieri, giudizi, decisioni, comportamenti... Si tratta di scegliere la meta verso cui vogliamo orientare il cammino: desideriamo il successo a ogni costo? A qualcuno capita anche di ottenerlo, ma spesso pagando un prezzo alto, forse anche il prezzo della propria dignità. Desideriamo la vita eterna? Non abbiamo bisogno di comperarla; ci viene donata, e gratuitamente: Dio stesso vuole farci partecipi della sua gioia. Ma bisogna che il dono di Dio giunga a plasmare la nostra vita, il nostro mondo interiore e il nostro comportamento esterno; che impariamo a pensare e ad agire secondo lo stile che abbiamo visto e ammirato in Gesù. Solo così il dono di Dio diventerà vita nostra e noi saremo gli uni per gli altri segni della presenza di Dio.