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RE LEAR E' MORTO A MOSCA uno spettacolo dell’Isola del Teatro drammaturgia César Brie e Leonardo Ceccanti, con la collaborazione di tutto l’ensemble regia César Brie attori creatori Altea Bonatesta, César Brie, Leonardo Ceccanti, Eugeniu Cornitel, Davide De Togni, Anna Vittoria Ferri, Tommaso Pioli, Annalesi Secco e Alessandro Treccani lavoro corporale Vera Dalla Pasqua scenografia dell'ensemble, costumi Matteo Corsi luci César Brie e l’ensemble musica Pablo Brie e musiche tradizionali Yiddish consulenza storica Antonio Attisani produzione Teatro dell’Elfo, Isola del Teatro, Campo Teatrale e vincitore Premio "Theatrical Mass 2023" durata: 100 minuti 13 gennaio 1948, Minsk. Un furgone investe e uccide Solomon Michoels: di lui restano un orologio da polso fermo alle 10 di sera, due figlie e una moglie. Notte tra il 23 e 24 dicembre, Mosca. Veniamin Zuskin viene rapito nel sonno, interrogato, torturato e quattro anni dopo fucilato. Il grande Teatro Ebraico di Mosca, il Goset, perde Lear e il suo Matto. Il primo e unico "Re Lear" in yiddish non andrà mai più in scena. Il mandante di questi omicidi è Iosif Stalin. Solomon e Veniamin: due attori ebrei, due amici, condannati per aver volato troppo in alto, colpevoli di aver immaginato un teatro d’arte fatto di canti, danze e poesie in lingua yiddish nell’Unione Sovietica di Stalin. Un viaggio in Russia per raccontare una storia vera ormai dimenticata, attraverso i dipinti di Chagall, le lettere di Gordon Craig e i personaggi del Re Lear di William Shakespeare. Nella creazione collettiva diretta da César Brie sono coinvolti otto neoprofessionisti della scena italiana, ognuno impegnato in più ruoli. Nell’arco di circa due anni la compagnia ha provato per oltre centocinquanta giorni. Questa essenziale esperienza formativa e creativa è stata realizzata in modo indipendente e autonomo, concretizzandosi in uno spettacolo corale, pieno di storia e di poesia, di musica, canto e danza; spettacolo che è un omaggio alla memoria di un grande teatro e due straordinari attori del Novecento. “Spegnete i lumi e soffiate il dolore, si chiude il sipario”