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Siamo a fine febbraio. Da diversi giorni, nel palermitano, ci sono giornate praticamente primaverili, con mari calmi e cieli senza una nuvola. A dire il vero, durante il mese, a Palermo, ci sono state almeno un paio di mezze giornate con acquazzoni davvero decisi ma, in breve tempo, l' alta pressione si è poi ristabilita e ha fatto da padrona in un mese che, sovente, viene considerato fra i più freddi e fra i più piovosi dell' anno, almeno alle nostre latitudini. Febbraio è anche il mese più avaro, per noi pescatori. Il mare è freddo, le catture sono rare, i pesci latitano perché si rifugiano in acque più profonde e più calde per un fattore geotermico. Figuriamoci le orate, sono pesci che amano l' acqua calda e addirittura rischiano la morte se questa è prossima ai 10° C. In questo momento la temperatura del mare è intorno ai 16° C, difficile che abbocchino proprio le orate, proprio per quel fattore che vi ho appena descritto, tanto è vero che il pescatore sa bene che, se vuole fare pesce, almeno durante questo mese poco proficuo, deve provare a ricercare altri pesci, come ad esempio il sarago. Quest' ultimo sì che è un pesce che può abboccare sui nostri ami in questo periodo. Ma la sorpresa può essere sempre dietro l'angolo. E, a differenza degli altri, il pescatore che va a pesca durante tutto l' anno lo sa; anche se colleziona una serie interminabile di cappotti, va più per inseguire un sogno piuttosto che per pescare. Decido quindi di provarci. Il mare mi incuriosisce da quando sono bambino e mi piace studiarlo, analizzare, fare supposizioni sul comportamento dei suoi abitanti. Ho notato, sarà forse solo una mia deduzione, che quando il cielo è sereno e il mare è calmo per diversi giorni, le orate sono solite avvicinarsi alle coste, anche se tutto ciò capita anche nei mesi più freddi. La mia teoria, secondo la quale le orate cominciano a farsi vedere grazie a queste condizioni, convinte che siamo, magari, già prossimi alla primavera, oggi, mi ripagherà. Esca granchio, semplicemente rassodato con filo elastico su un amo dell' 1/0. Siamo in prima mattinata e, solo dopo un' ora circa che sono in pesca, vedo dei timidissimi movimenti del cimino. Stanno mangiando, al 99% è un' orata, il granchio è un' esca davvero selettiva. L' alternativa può essere una cernia o un grosso sarago. Stento a crederci anch'io, anche perché lo sparide dalla fronte dorata, solitamente mangia quasi sempre nei momenti più caldi della giornata, quando il sole è allo zenit. L' attesa è interminabile. Sulla canna si alternano piccoli movimenti e lunghe pause con vettino immobile. Qualche altra tocca ancora e, poi, di nuovo nulla. Una situazione simile mi è già capitata altre volte in passato, il pesce aveva ingoiato e non aveva fatto vedere la sua tipica piega. Fra me e me penso proprio questo: forse il pesce ha mangiato con calma, ha ingoiato (il filo era molto in bando) e non "tira" più di tanto perché si fa male; o pesno ancora, forse il pesce ha fatto fuori tutta l' esca, con una operazione quasi chirurgica, e allora fra un po' provo a ritirare e sicuramente troverò l'amo completamente ripulito. Dopo un po', stanco, quasi innervosito dall' attesa, decido di ferrare. Sento subito del peso, poi le inconfondibili testate. E' un' orata, la prima del 2025. Spero non si slami. Non sembra grandissima, riesco a giostrarla e a tirarla verso di me senza l' ausilio della frizione. E' sotto i miei piedi. Porto a guadino una bellissima orata che stimo attorno ai 500 gr. e che decido di trattenere per far felici i piccoli. Una bella orata "da porzione" che cucinerò la sera per i miei bambini. Non capirò mai, però, come fosse allamata. Infatti, e anche questa cosa non è la prima volta che mi succede, non appena la metterò in guadino e la porterò sugli scogli, la troverò già slamata. Non avete idea di cosa significhi per e questo pesce. Un brutto periodo mi sta tormentando da diversi mesi. Sembra che pian piano il peggio stia passando. Non è una big, ma chi si accontenta gode, chi ben comincia è a metà dell' opera e, poi, bisogna sempre vedere il bicchiere mezzo pieno. La felicità, poi, per ver tirato fuori un pesce così raro da trovare a febbraio, è al massimo. Questo, spero, sia sì il primo pesce importante del 2025, ma spero sia il primo di una lunga serie fatta di pesci sempre più seri. Spero di riprendermi al 100% il più presto possibile e spero di mostrarvi qualche altra bella e importante cattura nei prossimi giorni, nelle prossime settimane o nei prossimi mesi. Un abbraccio a tutti, alla prossima!