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"Mi hai dato un domani" è una canzone d'amore "sui generis", che impiega immagini non così usuali nel repertorio romantico. Nella prima strofa l'innamorato è paragonato a un cane randagio, che sollevando lo sguardo dalla strada si accorge di una stella così alta e luminosa da guidare il suo cammino; nella seconda parte invece la similitudine è con un orso ferito che impara a superare la sua ricercata solitudine grazie a una caverna curativa, dalla quale uscire migliore e più forte incontro alla vita. Inutile negare che la canzone abbia un che di autobiografico e porti inscritta una dedica molto affettuosa. La prima stesura del testo risale all'epoca del confinamento pandemico; per la melodia devo ringraziare Stefano Malagoli, uno dei musicisti che hanno contribuito a farmi realizzare l'album "Compagni di viaggio". Di seguito il testo della canzone. MI HAI DATO UN DOMANI (testo: Edoardo Tincani - musica: Stefano Malagoli) Tu sei la stella che non si è affievolita, sempre alta e bella nei miei tempi più scuri. E io ero un cane che abbaiava alla vita lungo vie lontane rovistando tra i muri. Guardavo lassù e provavo a seguirti ma chi fossi tu ancora non capivo. Fissa su di me, non sapevo che dirti ma senza un perché a un tratto ero vivo. Mi hai dato un domani, un futuro tutto nuovo, poi ti ho detto: rimani! E siamo una sola carne: ogni volta mi commuovo anche solo a parlarne, amore. Tu sei la caverna, il rifugio più caro, una camera interna senza facili uscite. E io ero un orso che cercava riparo dal suo rimorso e da altre ferite. Entravo laggiù per trovare la pace: solamente tu riconosci la strada. Se ho paura, là mi trasformi in audace, sull’aridità tu riversi rugiada. Mi hai dato un domani, un futuro tutto nuovo, poi ti ho detto: rimani! E siamo una sola carne: ogni volta mi commuovo anche solo a parlarne, amore.