У нас вы можете посмотреть бесплатно Marco Volpe Plays Giampiero Prina, 23/01/2008, Salumeria della musica, Milano или скачать в максимальном доступном качестве, видео которое было загружено на ютуб. Для загрузки выберите вариант из формы ниже:
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Luglio 1988, soffia lo scirocco. James Newton, uno dei flautisti più importanti nel jazz, sta aspettando il suo batterista, Sun Ship Theus, un americano tutto tempi dispari e tocco raffinato. Ma il batterista non arriva, si è ammalato; bisogna trovarne uno in Italia. Il concerto è impegnativo, la musica è difficile: alcune composizioni si avvicinano a Frank Zappa. Al piano c’è Geri Allen, che di lì a un paio d’anni sarà riconosciuta come un fenomeno del jazz. Giampiero Prina, il batterista nuovo viene da Milano, ha la faccia da ragazzo e legge le partiture: non ha avuto il tempo di provare. D’improvviso, nel pezzo più difficile, lo scirocco porta via le partiture, ma il batterista con la faccia da ragazzo continua a suonare, finisce il pezzo in modo egregio. C’è sempre il vento a Genova o forse è colpa del folletto dei batteristi, quello che rompe la pelle della cassa mentre stai registrando, quello che blocca le basi mentre fai una clinic, quello che ti fa cadere addosso un microfono panoramico. Mi piace pensare che quella sera il folletto dei batteristi sia stato benevolo, che proprio quella sera James Newton abbia deciso di lasciare a casa l’americano tutto tempi dispari e tocco raffinato per proseguire il tour con Giampiero, e poi chiamarlo ancora per registrare un album ("Flute Talk" per la Soul Note), e poi ancora. Non so se le cose siano davvero andate così, ma mi piace pensarlo. Forse è proprio l’aspetto da ragazzo che ha contribuito a creare la fama di “enfant prodige”, fama rimasta salda anche quando “enfant” non lo era più. Il giovane Giampiero Prina studia percussioni e clarinetto alla Civica Scuola di Musica di Milano, approfondendo il clarinetto al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Si fa presto strada come batterista suonando con i gruppi storici del jazz italiano come l'Open Form Trio, il Gruppo Contemporaneo di Guido Mazzon, la Grande Orchestra Nazionale, il quartetto di Franco Cerri, Giorgio Gaslini, Carlo Bagnoli Saxophone Circus, Claudio Angeleri Arp quintet, Paolo Tomelleri Big Band, Santino Palumbo All Stars, Into The Blue, Massimo Urbani Red Record Contest, Gianni Basso Big Band, Attilio Zanchi Quartet, Dado Moroni Trio. Nella sua lunga carriera collabora anche con i più importanti jazzisti del nostro paese, Franco D'Andrea, Roberto Ottaviano, Bebo Ferra, Claudio Fasoli, Larry Nocella, Flavio Boltro, Antonio Faraò, Paolo Fresu, Emanuele Cisi. La sua classe e l’abilità sullo strumento lo portano spesso a suonare con musicisti leggendari della storia del jazz, come Joe Venuti, Harry Sweets Edison oltre a protagonisti della scena contemporanea: Geri Allen, Bob Mintzer, Mitchel Forman, Delmar Brown, Sam Rivers, Phil Woods, James Newton, Bobby Watson, Milton Jackson, Buddy Collette, Franco Ambrosetti, John Taylor, Kenny Wheeler, Gary Burton, James Moody, Benny Golson, Jon Faddis, Charlie Mariano, Toots Thielemans, Sal Nistico, Bob Wilber, Mal Waldrom, Slide Hampton, Bruce Foreman, Barry Harris, Mike Melillo, Tony Scott, Karl Berger, Clifford Jordan, Mark Levin, Don Friedman, Reggie Johnson e Tony Moreno. Al jazz, Giampiero Prina affianca il lavoro da session man in ambito pop e blues, collaborando con artisti come Enzo Jannacci. La sua eccellente capacità di lettura lo porta spesso a suonare in contesti classico-sinfonici, con l’Orchestra Sinfonica della Rai, l’Orchestra Sinfonica del Teatro alla Scala, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali. In campo didattico ha insegnato in numerose scuole dell’Italia Centrosettentrionale e in Messico, realizzando anche due metodi per batteria per la Carish, "Easy Drums" e "Coordinazione ed applicazione dei rudimenti". Prina ha inciso quattro CD come leader e circa centodieci dischi come sideman. Numerosi di essi hanno vinto importanti referendum sia in Italia (Top Jazz premio Arrigo Polillo, Musica & Dischi) che negli U.S.A. (New York Times, referendum by Sunday Times).