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Montagna misteriosa e regale, magnifica. Grande è l’effetto di isolamento per chi ne risale le pendici, accentuato soprattutto dalla difficoltà e lunghezza degli accessi. La mancanza di un veloce avvicinamento, l’assenza di comodi sentieri segnalati, il selvaggio e timoroso aspetto che tutta la catena incute fanno sì che una salita a questo monte sia riservata a escursionisti allenati all’avventura, meglio dire ad alpinisti esperti e agili su terreni friabili. I e II grado classico, passaggi di III. La prima parte non è semplice da trovare ma non presenta difficoltà se non quelle dei rari segnavia e della franosità del canale di accesso alla terrazza inclinata. La seconda parte della salita è lunga ma non presenta difficoltà di rilievo, alternando tratti di I e di II grado. Qualche breve passaggio di III grado nel canale finale. Alcuni chiodi per salita e per corde doppie (cordini vecchi!). E’ comunque importante tenere in considerazione che si tratta di una ascensione lunga, su roccia friabile e con qualche difficoltà nell’orientamento: questi fattori la rendono adatta solamente ad alpinisti esperti e capaci di muoversi agevolmente in ambienti di questo genere. Alcuni ometti di sassi e rari segnavia con vernice rossa, coperti da vernice blu/grigia, aiutano soprattutto per la discesa. Descrizione della salita: Dalla targa, o comunque anche dai dintorni, si risalgono brevi canali e roccette con scarse difficoltà (I e II grado, roccia variabile), tratti di sentiero, cenge facili e tratti di pareti per almeno sette/otto lunghezze di corda (anche se non è sempre necessario procedere in cordata, anzi noi non lo abbiamo fatto). Alcuni ometti di pietra indicano la via ma bisogna fare attenzione a non oltrepassare mai lo spigolo di sinistra. Dopo lunga salita si arriva in una zona di neri colatoi, sopra i quali si raggiunge la cengia che sostiene le torri del castello sommitale. Tra queste, la più alta è la cima ed è riconoscibile per un piccolo tetto nero sul suo lato destro. Si entra in un canale roccioso a destra di detta torre e lo si risale (chiodi di progressione e per calate a corda doppia, passaggio di III+) arrivando infine sotto al citato tetto: di qui si può risalire il camino, oppure raggiungere la forcella dove termina il canale e proseguire quindi per cresta, a sinistra. Raggiunto l´intaglio di cresta si arriva in breve alla Punta dei Tre Scarperi.