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Ernia iatale e trattamento viscerale

Quante volte, nella tua pratica quotidiana, ti trovi davanti pazienti che lamentano sintomatologie gastriche!?!?!? Alle porte del 2020 la maggior parte delle persone che incontro a studio soffrono di gastrite, bruciore, gonfiore, e tutti i sintomi caratteristici di una problematica di stomaco. Uno dei sintomi molto gettonati è Il REFLUSSO GASTRO ESOFAGEO che è uno dei problemi caratteristici di un ERNIA IATALE. La prima precisazione da fare però è che reflusso non è sinonimo di ernia iatale. Potremmo avere questa fastidiosa sintomatologia anche in assenza di una vera e propria ernia. Cosa è un ernia iatale? Molto semplicemente la possiamo definire come un erniazione dello stomaco, attraverso il diaframma, nella cavità toracica. Per una diagnosi certa la migliore indagine strumentale è la gastroscopia (benchè indagabile anche con radiografia con mezzo di contrasto). Perché ti sto parlando di tutto questo? Perché noi, come figure professionali, possiamo essere di grande aiuto ai pazienti che soffrono di questa problematica. Capita alle volte che alcuni ragazzi iscritti al mio corso, leggendo il programma, vengano attratti dalla voce "trattamento ernia iatale". La domanda che scaturisce è: " Alessio quando vediamo questa tecnica??!?!!?" Ovviamente la domanda è lecita, ed è innegabile l'esistenza di una tecnica "specifica" per questa problematica. Diventa obbligatorio però fare una precisazione: NON si può in alcun modo pensare di risolvere un problema del genere con UNA tecnica! Guardando il programma infatti non è un caso che questo tipo di trattamento venga mostrato nell'ultimo seminario del nostro percorso. Questo perché la "tecnica specifica" va interpretata come la punta di un iceberg, l'ultimo strumento da utilizzare una volta che abbiamo normalizzato tutto "il resto". Andare ad effettuare una tecnica diretta di correzione sullo stomaco prima di aver normalizzato le pressioni, i diaframmi, la componente strutturale vertebrale,le coste i visceri adiacenti con i quali lo stomaco prende rapporti, e tantissimi altri dettagli, non avrebbe alcun tipo di effetto terapeutico efficace e duraturo nel tempo. Al tempo stesso non sono rari i casi di pazienti che hanno ridotto, persino sospeso, l'utilizzo di farmaci (sempre in accordo ed in collaborazione con il medico curante) dati gli enormi benefici apportati dal trattamento. Ancora una volta con questo post voglio farti capire quanto sia importante nella nostra professione essere competenti nella terapia viscerale. Iniziando a lavorare in questo modo ti renderai conto che i pazienti inizieranno a consultarti non solo per sintomi riguardanti il sistema mio-fascio-scheletrico, ma anche per sintomatologie che fino ad oggi non pensavi essere di tua competenza (gastriti, coliti, acidità, insonnia, problemi pressori, ecc.. ecc..). Come sempre è BASILARE rispettare i propri ruoli professionali e capire le giuste competenze. Non dovremo MAI andare a sostituirci ad una figura medica (non è questo il nostro ruolo) ma dovremmo esserne complementari, ed andare ad agire lì dove la medicina ha escluso ogni problema di tipo puramente sistemico. Anche in questo caso la collaborazione con figure professionali come un internista od un gastroenterologo sarà fondamentale nella pianificazione della strategia terapeutica. Ci vediamo in aula, Alessio P.s.: Seguimi su YOUTUBE: https://bit.ly/2Ns6OX5 FACEBOOK: https://bit.ly/2nXnMCY