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Roma (askanews) - Dopo il grande successo de "La scuola" Silvio Orlando porta in scena a Roma, al Piccolo Eliseo, un altro testo di Domenico Starnone, "Lacci", tratto dal romanzo su una famiglia separata, che si ricompone e finisce definitivamente sfaldata. Lo spettacolo diretto da Armando Pugliese, con Roberto Nobile, Sergio Romano, Maria Laura Rondanini, Vanessa Scalera e Giacomo de Cataldo, sarà in scena fino al 12 febbraio. "E' una famiglia molto conflittuale, che però ha smesso di litigare. C'è un dolore che pervade tutta la messa in scena, ma è un dolore sotto chiave in qualche modo. E' frutto di un tradimento importante che uno dei protagonisti fa verso la moglie nei primi anni Sessanta, e poi fa un rientro in casa nel tentativo di ricostituire un'armonia perduta che però non riesce" spiega Orlando. Lo spettacolo ripercorre le attese, le sconfitte, i ripensamenti, le frustrazioni, il dolore, le separazioni, i rimpianti. Le dinamiche distorte di una coppia che hanno ricadute impreviste sui figli: "Io torno a casa in qualche modo per amor loro, però la vera colpa non è tanto il mio tradimento quanto il mio rientro a casa. Il centro di questa scena viene preso da questa donna che in maniera abbastanza metodica gli serve un veleno giornaliero, e quindi è un po' impossibile sviluppare un rapporto armonioso. Insomma: analizziamo la famiglia come il peggior posto dove far crescere i sentimenti". Una tragedia contemporanea, quasi mascherata da commedia, con personaggi pieni di sfumature, dove ci si rende conto che niente è più tenace di quei lacci invisibili che legano le persone. Dice Orlando: "Lo spettacolo ha una sua forza sul pubblico perché non prospetta vittime e carnefici, non ha ricette: è una visione abbastanza obiettiva di quello che è. Ci sono cinque verità, cinque punti di vista che vengono portati in scena: quella dei genitori, quella dei due figli e quella di un vicino di casa. Non è uno spettacolo sadico, in cui si vuole far soffrire qualcuno, che sia il maschio o la femmina. Si mette un punto di vista abbastanza obiettivo e ognuno poi riconosce qualcosa di sé e dei propri errori".