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S'acqua de patena La signora Barbara ci mostra il rito de s'acua de patena. Si riempie mezzo bicchiere d'acqua, si prendono poi tre granelli di sale, ci si fa il segno della croce e si pronuncia il nome della persona cui è destinata la "medicina"; poi si buttano nell'acqua, a uno a uno, i granelli di sale facendo il segno della croce sul bordo del bicchiere e sussurrando lentamente tra le labbra i brebus. Si recitano altre preghiere e si versano tre chicchi di grano nell'acqua recitando altri brebus e la persona deve bere tre sorsi d'acqua. Si fa poi il segno della croce per tre volte sul capo, sulla nuca e nella fronte della persona pronunciando le parole: "Deus gràtzias". Se versando il grano si formano delle bolle d'aria significa che la persona ha il mal di testa o s'ogu liau. Alla fine del rito si butta l'acqua in un vaso di fiori. Se mettendo il grano nel bicchiere viene da sbadigliare molto, vuol dire che la persona sta particolarmente male e crea malessere anche a chi compie il rito. Se si forma una sola bolla, si ha un inizio di malocchio; il malocchio vero e proprio si ha quando il grano resta a galla oppure quando si formano altre bolle negli altri due chicchi di grano. Quando si verifica un caso iniziale di malocchio, non si deve far passare il giovedì prima di ripetere il rito; il rito si può ripetere per tre giorni diversi o per tre volte consecutive. Le parole pronunciate durante il rito non si possono svelare finché non si decide di insegnare il rito a un'altra persona più giovane che le deve, comunque, tenere per sé finché anche lei non trasmetterà questa conoscenza. Se si viola questa regola si dice che la "medicina" potrebbe non sortire più l'effetto. Il rito può essere compiuto anche in lontananza, per telefono ad esempio, basta conoscere il nome e cognome della persona.