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Da bambino era affascinato dai grandi personaggi della ricerca biomedica come Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini: voleva diventare uno di loro. Claudio nasce e studia a Napoli, per poi intraprendere la sua carriera all’IFOM e all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e dedicarsi completamente allo studio del cancro. “Un fattore personale ha influenzato questa scelta – rivela Claudio – Avevo 13 anni, la mia nonna materna in quel periodo si ammalò di cancro e visse pochi mesi”. Il cancro è una malattia che nasce nel nostro organismo spesso in maniera silenziosa e ne sfrutta le risorse, nutrendosi e moltiplicandosi senza freni. “La cellula tumorale per sua natura cresce, si replica, metastatizza in maniera incontrollata e per fare questo ha bisogno di tante energie – spiega Claudio”. Le energie arrivano soprattutto da ciò che introduciamo nel nostro corpo; quindi l’alimentazione svolge un ruolo importante nel rischio di sviluppare un cancro. Gli esperti concordano all’unanimità: per prevenirlo è necessario mangiare in maniera equilibrata, privilegiando frutta, verdura e cereali integrali. Ma l’alimentazione non basta; occorre evitare il fumo, ridurre al minimo l’assunzione di alcol, ridurre o evitare i cibi ad alta densità calorica e prevenire l’obesità. “L’arancia che ho in mano – commenta Claudio – è il simbolo della sana alimentazione: è un frutto che contiene poche calorie e tante vitamine”. È l’arancia con cui AIRC sensibilizza i cittadini sull’importanza di adottare sane abitudini di vita, che potrebbero ridurre drasticamente il numero di diagnosi di cancro. Il lavoro di Claudio è possibile grazie ad AIRC: “il ruolo della Fondazione è fondamentale – afferma – perché sostiene sia la nostra ricerca pre-clinica che clinica: le due anime della ricerca sul cancro che consentono di convertire i risultati di laboratorio in soluzioni efficaci per i pazienti. La ricerca oncologica in Italia sta producendo dei risultati eccezionali; se il tasso di progresso scientifico continuerà a essere tale – rivela Claudio – io credo che non sia azzardato pensare che tra 15 20 anni la maggior parte dei tumori umani sarà guaribile. Dobbiamo continuare a donare ad AIRC!”