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Neuromodulazione con radio frequenze Cos'è la neuromodulazione? In medicina negli ultimi anni le radiofrequenze sono molto utilizzate per quelle che sono due principi fisici: quello di generare calore e quindi di andare a creare delle ablazioni di tessuto, per eseguire delle lesioni di metastasi tumorali, per creare delle lesioni di tessuto, e possono essere utilizzate, mediante proprio il calore generato, anche per andare a ledere dei nervi. Si tratta di onde elettromagnetiche molto simili a quelle che vengono generate da un forno a microonde, se mettiamo del tessuto biologico della carne nel microonde ed applichiamo queste onde elettromagnetiche, vediamo che si cuoce e quindi andiamo a distruggere quel tessuto. Però se utilizziamo le radio frequenze in maniera diversa, con delle apparecchiature che riescono a governare queste radio frequenze, riusciamo ad impedire la generazione di calore in modo da utilizzare soltanto il campo elettrico che viene generato. Mettere un campo elettrico vicino ad un nervo, può dare la possibilità di neuromodulare quelli che sono gli impulsi elettrici che passano attraverso quel nervo. In quale tipologia di dolore interviene? In alcune patologie dove difronte ad un dolore di tipo neuropatico, si ha una alterazione dei flussi di informazione della sensibilità, quindi, quando il paziente percepisce un dolore laddove il dolore non c'è, e si ha quella che viene definita una neuropatia, si può mettere un po' ordine in questi flussi di informazioni che percorrono erroneamente le strutture nervose mediante delle tecniche neuromodulative. Una delle tecniche neuromodulative di base è quella di utilizzare appunto le radiofrequenze, in questo modo si può andare ridurre quella che è l'ipereccitazione di quel nervo, senza però andare a modificarne l'anatomia. Dove si interviene con le radiofrequenze? Dipende dal target, nella maggior parte dei target quindi articolazioni e arti in generale, è possibile effettuare questo tipo di terapia in maniera ambulatoriale, in un ambulatorio chirurgico. Laddove però bisogna utilizzare queste radiofrequenze su strutture più profonde quindi sulle radici o addirittura sui gangli, è necessario eseguire queste tecniche in sala operatoria. Che anestesia viene fatta al paziente? Generalmente viene effettuata l'anestesia locale, ma per piccole radiofrequenze, come quelle che possono essere su una spalla o su una piccola articolazione al livello del polso, il dolore della puntura dell'iniezione dell'anestetico in quella zona è superiore alla puntura dell'intervento, quindi non viene effettuata. Ma soprattutto laddove la struttura del nervo è molto superficiale, come appunto il nervo del polso, andare ad iniettare dell'anestetico locale sulla cute, si rischia di anestetizzare anche il nervo sottostante, e quindi ovviamente impedire quelli che sono i test fisiologici. Quanto dura questa terapia per il paziente? Generalmente la tecnica dura una ventina di minuti. I benefici sono immediati? I benefici della neuromodulazione non sono immediati perché si effettua un reset, ansi nei primi giorni addirittura il dolore può anche aumentare. L'effetto completo si inizia a vedere dai sette ai quindici giorni dopo. Questa tecnica è ripetibile? Laddove si ripresentasse il dolore nella stessa area questa terapia può essere ripetuta, anche perchè se esiste una condizione che genera la neuropatia ovviamente prevarrà sulla terapia stessa.