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Territorio, lotta e comunità sono i tre capisaldi su cui poggia il festival Alta Felicità, evento musicale estivo giunto ormai alla sua nona edizione che da anni richiama in Valle migliaia di persone, spinte dall’amore per la musica e dal sostegno a una causa, quella no TAV, che infiamma il territorio da decenni. Se dovessimo racchiudere in una sola parola la filosofia che anima il Festival – la stessa filosofia che lo differenzia da altri eventi mainstream e che è il motore principale del successo che ogni anno riscuote questo evento – sarebbe amore. Amore per il territorio, un territorio carico di storia, di lotta e di liberazione, che diventa uno spazio di vita della comunità. Amore per la comunità, che è l’asse portante del movimento e del Festival stesso: in opposizione all’idea di business, degli individui come imprenditori di stessi, decontestualizzati, lanciati nel mercato globale, il Festival ci parla di una dimensione collettiva ancora possibile in cui ci si prende cura l’un* dell’altr*, valorizzando le differenze e l’apporto che il singolo può dare in un contesto più ampio. Amore per la musica, per un’idea di fare musica slegata dalle logiche di mercato e saldamente ancorata alla qualità e al rapporto pubblico-artista.