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1° gruppo) Slovacchia - Folklore Ensemble "ROZSUTEC" Sin dalla sua fondazione nel 1965, il gruppo folk “Ruzsutec” è stato uno dei più attivi ed impressionanti interpreti del folklore slovacco. Il gruppo ha partecipato ai più importanti festival nazionali ed internazionali, ed è stato insignito di prestigiosi premi grazie all’alto livello tecnico e artistico dei suoi ballerini che portano in scena un eccellente spettacolo capace di riflettere con autenticità il folklore tradizionale. Le danze e i canti si rifanno soprattutto alla regione di provenienza Zilina, che si trova al centro della Slovacchia, ma comunque vantano un ricco repertorio dove l’intera nazione viene messa in mostra. Una parte importante del loro programma è dedicata al folklore Terchová che comprende danze, musica e voci provenienti dalla tradizione pastorizia e la storia legata al villaggio Terchová. Il gruppo cura con molta attenzione anche la parte musicale e proprio grazie a questa dedizione il suo repertorio viene riconosciuto come uno dei più autentici della Slovacchia in particolare lo strumento Fujara, un lungo flauto con 3 fori tradizionalmente suonato dai pastori slovacchi. Questo strumento e la musica Terchovà è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio culturale immateriale dell’umanità. 2° gruppo) Mamoiada - Mamuthones e Issohadores Atzeni Beccoi Dal 1975 promuove e preserva la tradizione dei Mamuthones e Issohadores di Mamoiada, in un’ottica di crescita e valorizzazione culturale dell’intera Sardegna.Il primo nucleo dell’associazione Culturale Atzeni-Beccoi si è costituito nel 1975 quando colui che tutti riconoscono essere il mamuthone per eccellenza, Costantino Atzeni, decide con alcuni amici di dar vita a un suo gruppo di Mamuthones ed Issohadores: il gruppo Atzeni. Dopo la sua morte, nel 1979, il gruppo rimane tale finché non viene intitolato a Peppino Beccoi e nel 1994 viene costituita l’Associazione Folk. Oltre ad essere diventate un simbolo per il paese di Mamoiada, i mamuthones e gli issohadores sono oramai icone, figure identitarie per tutta la Sardegna. Una maschera che nel tempo si è fatta strada ed è diventata ambasciatrice dell’intera isola. I Mamuthones sono delle figure antropomorfe. Indossano sul viso una maschera nera, chiamata “visera“, pelli di pecora nera, abbigliamento in velluto, un cappello, “bonette” e un fazzoletto da donna in tibet, “su muncadore” che cinge il viso. Indossano inoltre sulle spalle “sa Carriga“, un gruppo di campanacci che pesa intorno ai 20/25 kg. Sul petto portano delle campanelle in bronzo fissate a delle cinghie di cuoio. Gli Issohadores, indossano parte del costume tradizionale maschile di Mamoiada Un corpetto rosso, la camicia bianca, i calzoni bianchi di stoffa e le calze nere di orbace. Sul capo portano “sa berritta” e un fazzoletto colorato a cingere il viso. Attorno alla vita portano uno scialletto e indossano incrociata sul petto una sonagliera in cuoio con delle piccole campanelle tonde. Il nome deriva dalla fune di giunchi intrecciati, “sa soha“, che essi utilizzano per acchiappare letteralmente gli spettatori durante la loro esibizione. Da diversi anni i componenti del gruppo Pro Loco indossano una “visera” bianca. Il gruppo è composto solitamente da 12 Mamuthones, che possono arrivare anche a 16 in occasioni particolari e circa 8/10 Issohadores. Si muovono insieme in una sorta di processione, divisi in due file con un Issohadore davanti alla guida che ne scandisce il passo candenzato e ad intervalli regolari. Passo a destra e torsione del busto a sinistra, e viceversa. Insieme compiono, in seguito al comando dell’Issohadore, tre salti più veloci sul posto. 3° gruppo) Lodine - Su Harrasehare Lodinesu "Su Harrasehare Lodinesu ha da sempre il suo culmine in su Merhulis de lessia (Mercoledì delle Ceneri), nonostante il secolare veto della chiesa cattolica.ll protagonista è su Ziomo, fantoccio di paglia rivestito di stracci; un tempo non aveva fattezze ben precise, ma oggi gli si mette una maschera di legno di pero (o fico) che abbia i lineamenti di una persona della comunità o di un personaggio da tutti conosciuto, distintosi durante l'anno per qualche sproposito o fatto eclatante. Un tempo il pupazzo veniva portato in braccio, mentre oggi è sistemato su un carretto; viene spinto da sas Umpanzìas, corteo di uomini che indossano fardetta (gonna lunga), issallu (scialle), muccadòre (fazzoletto) - gli abiti tipici de sa biuda (la vedova) - hanno il viso dipinto di nero e portano appese al collo le maschere indossate dai fantocci negli anni precedenti. Pilichittos, tzippulas e binu nieddu scaldano le serate della festa."