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Un hotel sequestrato, sigilli a 5 aziende operanti nel settore alberghiero, un negozio di gastronomia e un appartamento per un valore complessivo di oltre 2,5 milioni di euro. La Guardia di Finanza ha sollevato il coperchio sugli affari del clan Abate di San Giorgio a Cremano nel riminese. I baschi verdi della Sezione Mobile del Nucleo di Polizia Tributaria e gli agenti della Divisione Polizia Anticrimine della Questura attraverso una congiunta attività di intelligence, hanno individuato - nel corso dell'operazione che rientra nel progetto "Emmepi" finalizzato all'applicazione delle misure di prevenzione patrimoniale - alcuni esponenti di una nota famiglia di albergatori napoletani a rischio di infiltrazione criminale nel tessuto economico riminese, ottenendo il sequestro d'urgenza dell'hotel che si trova a Miramare e della sua dipendenza, di un immobile a Monte Colombo, di una gastronomia in pieno centro a Riccione e di cinque aziende del settore turistico alberghiero, costituite per gestire altrettanti hotel tra Rimini e Riccione. Si tratta della prima volta che in Riviera viene applicato il sequestro anticipato previsto dal nuovo "codice antimafia" finalizzato alla confisca dei beni di cui il soggetto socialmente pericoloso abbia la disponibilità in valore sproporzionato rispetto al reddito prodotto e/o all'attività economica svolta. I beni oggetto dell'operazione, ora gestiti da un custode e da un amministratore giudiziario nominato dal tribunale, risultavano nella disponibilità di tre nipoti di esponenti del clan Abate posseduti direttamente, oppure attraverso intestatari fittizi. Erano stati acquistati inoltre in un periodo in cui le disponibilità economiche dei tre, in base alle dichiarazioni dei redditi, non erano sufficienti. Facile dunque presumere che si sia trattato di denaro non proveniente da fonti lecite.