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Uscito nel 1975 "Recital Gipo" è il secondo disco live di Gipo Farassino. Meno famoso, oggi, del celeberrimo "Gipo a sò Piemont" (pubblicato 4 anni prima e contenente alcune pietre miliari come "La predica" e "Serenata ciocaton-a") e mai ripubblciato in cd, il doppio vinile contiene però alcune tra le cose più belle scritte dal nostro Yves Montand subalpino. Troviamo infatti un Gipo interprete maturo e impegnato soprattutto nei testi in italiano (gran parte tratti da uno dei vinili meno ricordati "Uomini, bestie e ragionieri"), con capolavori assoluti come "Quando qualcuno va fuori schema", "Fiaba 2000" o "Buon Dio" che portano Farassino al livello della più alta scuola cantautorale italiana (ricordiamo che era amicissimo di Fabrizio De Andrè il quale ricordò in un articolo su Torino Sette come Gipo gli avesse fornito "Un cesso per vomitare, un letto per dormire e una camicia pulita per tornare a casa" dopo una sbronza colossale presa dopo un concerto a Torino), ma con punte di assoluta eccellenza in brani in lingua come "Mè bel amor", "Col di", "Ël dehors dël marghé" (proposta come novità proprio per l'occasione) o, ancora "Mè borgh". Non mancano le numerose strizzate d'occhio alla scuola francese con ad esempio i liberi adattamenti da Jacques Brel ("Ij bogianen", traduzione libera de "Les flamandes"), Georges Brassens ("Barba Michlin", l'Oncle Archibald tradotto da Fausto Amodei e ripreso da Gipo; "Giovanass", libero adattamento de "Le vieux Leon", "Mè testament", "Le testament") o ancora di Georges Moustaki con la splendida traduzione de "Mon ile de France" diventata con Gipo "La mia collina". Un disco davvero ricchissimo di spunti e che completa un discorso di maturità ormai acquisita anche sul palco, come dimostrano le numerose poesie recitate tra una canzone e l'altra. Buon ascolto.