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Trovo che oggi la Musica, quella vera, sia soprattutto femminile. Ma non di quelle che si mostrano seminude o cantano facili tormentoni. Ogni anno, con Grazia Di Michele, organizziamo un’intera trasmissione che ospita solo cantautrici. Lo abbiamo fatto nel Nuovo Roxy Bar dell’11.12.24. Nella biografia delle As Madalenas si legge: Sarà il destino o saranno le imprevedibili strade della vita che hanno fatto incontrare queste due sensibili e talentose artiste: Tati Valle e Cristina Renzetti. La prima, brasiliana di origini italiane, la seconda, bolognese ma con una vocazione al tropicalismo musicale. Fatto sta che adesso, quando sono in studio o sul palco, sono una cosa sola, un insieme armonico e soave che ha preso il nome di As Madalenas (Le Maddalene), metaforica confessione della loro devozione alla Musica Poi descrivono così le canzoni che hanno eseguito: “VECCHIO AMORE” La vita si ferma. Per una pandemia, una notizia tragica, una scoperta improvvisa. La mente che inizia a chiedersi e a dare spiegazioni, sempre più veloce. La sensazione comune del tempo si confonde tra attesa e realtà. Questo stallo ci porta a camminare come degli equilibristi che restano sul filo vivendo una folle esistenza quando è necessario capire cosa sia la normalità. E allora è urgente trovare il coraggio per provare a fermarsi e chiedere aiuto al sentimento più crudo, il “Vecchio Amore”, quella antica scintilla sempre viva, che con la sua luce ci riporta sulla strada di casa. “TODAS AS COISAS” Quanti segreti nasconde il profondo rapporto fra una madre e una figlia? Insieme celebrano la vita, ogni giorno, nei loro gesti quotidiani, nei loro semplici sguardi: quello di una figlia che osserva sua madre che si prende cura di tutte le cose, che veglia sui figli, ma anche quello di una madre che accompagna l’evoluzione fisica e morale della sua creatura. Nella corsa frenetica della vita e del lavoro, le preoccupazioni del quotidiano, un momento di pausa, di riflessione, per contemplare il nascere e il tramontare del sole, per scoprire “beleza” dove non si pensava mai di poter incontrare. Ogni cosa ha il suo posto, il suo momento. “VEM PRA RODA” Il cerchio della vita è qui metaforicamente raffigurato come “roda de capoeira”, un circolo in cui arte marziale, rituali afro-discendenti, misticismo, vengono rappresentati in una danza. Entrare nella “roda” è entrare nel cerchio, nella danza della vita. E’ soprattutto mettersi in gioco e farlo chiedendo la protezione della natura e del santo protettore. Un invito a restare vigili, attenti e pronti a superare grintosamente gli ostacoli della vita, con consapevolezza e umiltà. Ho chiesto loro anche di fare “Figlio unico”, portata al successo in Italia da Riccardo Del Turco, che in realtà è la versione della brasiliana “Trem Das Onze”