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riprese di Marco Petruzzelli www.tvreporter.it ROMA: QUESTURA, PROSTITUZIONE SU STRADA IN CALO NEGLI ULTIMI 3 MESI = Roma, 10 nov. - (Adnkronos) - Prostituzione su strada in calo a Roma. Secondo i dati forniti dalla Questura, relativi al bilancio degli ultimi tre mesi dell'attività antiprostituzione, «la media è di circa 100 presenze, con picchi massimi che sfiorano le 150 unità, per poi decrescere fino alle 30 unità dell'ultimo periodo». «I numeri che emergono dal bilancio dell'attività antiprostituzione messa in atto dalla Questura di Roma senza sosta negli ultimi 3 mesi parlano di un dimezzamento delle presenze su strada - si legge in una nota della Questura - Dall'ulteriore fotografia del fenomeno, che ha visto ancora una volta in campo gli agenti delle Volanti affiancati dalle psicologhe della Questura, si conferma lo spaccato emerso circa un mese fa». Tra le persone controllate, precisa la polizia, «prevale la nazionalità rumena, che si dimostrano meno visibili e con abiti meno succinti. Ma il dato più costante è la precarietà delle presenze nelle zone interessate dai controlli. Sulla base dei questionari somministrati alle fermate emerge che la gran parte di loro si dedicherebbe al meretricio con una frequenza di due, tre giorni a settimana. Non hanno fornito invece indicazioni sul tipo di vita condotta al di fuori dell'attività legata al mondo della prostituzione». «Dal profilo tracciato dalle psicologhe - prosegue la nota - sembra quasi che le donne vivano delle realtà parallele e a compartimenti stagni di cui non emerge nulla nemmeno nel corso dei colloqui informativi. Non dichiarano vicende riconducibili allo sfruttamento, anche se le indagini della Squadra Mobile e dei Commissariati dimostrano comunque la sussistenza del fenomeno in alcuni casi». PROSTITUZIONE: ROMA, IN ULTIMI 3 MESI METÀ PRESENZE STRADA. DA 100 A 30 AL GIORNO. MOLTE ROMENE,PER TANTE È 'DOPPIO LAVORÒ (ANSA) - ROMA, 10 NOV - Negli ultimi tre mesi sono dimezzate le prostitute nelle strade di Roma. Questo il bilancio dei controlli antiprostituzione effettuati senza sosta dalla questura di Roma negli ultimi tre mesi. Si tratta per lo più di donne romene molte delle quali considerano il marciapiede una sorta di doppio lavoro redditizio. Una scelta forzata perchè molte in patria devono mantenere famiglie con figli. Se la media prima era di circa 100 presenze, con picchi di 150 prostitute, nell'ultimo periodo si è arrivati a 30 donne. Da un esame dei dati si registra una maggiore concentrazione in molti casi nei giorni centrali della settimana, in particolare tra il giovedì ed il venerdì. Dall'ulteriore fotografia del fenomeno, che ha visto ancora una volta in campo gli agenti delle volanti affiancati dalle psicologhe della questura, si conferma lo spaccato emerso circa un mese fa. Ancora una volta, tra le persone controllate prevale la nazionalità romena. Si dimostrano meno visibili e con abiti meno succinti. Sulla base dei questionari compilati dalle prostitute fermate infatti emerge che la gran parte di loro si dedicherebbe al meretricio con una frequenza di due-tre giorni a settimana. Non hanno fornito invece indicazioni sul tipo di vita condotta al di fuori dell'attività legata al mondo della prostituzione. Dal profilo tracciato dalle psicologhe sembra quasi che le donne vivano delle realtà parallele e a compartimenti stagni di cui non emerge nulla nemmeno nel corso dei colloqui informativi. Non dichiarano vicende riconducibili allo sfruttamento, anche se le indagini della Squadra Mobile e dei Commissariati dimostrano comunque la sussistenza del fenomeno in alcuni casi. Emerge con forza la libera determinazione delle donne a prostituirsi soprattutto per i guadagni. Una delle donne ha dichiarato di riuscire a ricavare un considerevole guadagno dall'attività, al netto di una spesa mensile di circa 3mila euro, di cui circa 1.500 euro per spese d'affitto, e l'altra metà per i costi legati agli spostamenti in taxi per raggiungere i luoghi dove viene esercitata la prostituzione. Dall'analisi degli elementi acquisiti dalle interviste sembrerebbe quasi che la maggior parte delle donne ricorrano alla prostituzione per integrare i guadagni legati ad altre attività lavorative. I guadagni vengono verosimilmente destinati ai congiunti in Romania, dove in genere le donne hanno bambini piccoli affidati alle famiglie di origine, mentre quasi nessuna avrebbe marito o compagni fissi.