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Roma, (askanews) - Ricerca, innovazione e riduzione del danno: questi i temi trattati nel corso del primo simposio organizzato da Philip Morris Italia, affiliata di Philip Morris International Inc, ("PMI") dal titolo: "Harm Reduction: The Scientific Commitment of Philip Morris International Towards Reduced Risk Products", a cui hanno partecipato rappresentanti del mondo medico-scientifico impegnati per ridurre l'impatto delle malattie correlate al fumo. Scopo del convegno, tenutosi a Roma, è favorire una discussione aperta tra gli esperti su come le alternative alle sigarette per chi non intende smettere di fumare possano giocare un ruolo nella riduzione del danno, nell'impegno per incoraggiare i fumatori a passare a questi prodotti e nel dissuadere i non fumatori dall'iniziare a fumare. Umberto Tirelli, direttore del dipartimento di Oncologia Medica al Centro di Riferimento Oncologico (CRO), Istituto Nazionale Tumori di Aviano: "Sappiamo che il fumo delle sigarette tradizionali è la principale causa di tumori e di altre malattie, come quelle cardiovascolari. Già in Gran Bretagna la Public Health England ha dimostrato che sponsorizzando le sigarette elettroniche che non bruciano e non producono le sostanze cancerogene delle sigarette tradizionali ma si riscaldano, si può ridurre il numero di fumatori di sigarette tradizionali, cosa che avviene in Gran Bretagna, unico paese in Europa in cui c'è un calo di chi fuma sigarette tradizionali, ma d'altra parte è possibile fare in modo che molti fumatori di sigarette tradizionali passino a quelle elettroniche e quindi abbiano meno conseguenze sanitarie e possano anche cercare di smettere di fumare". "Perché la gestualità, il sentire di stare fumando qualcosa come prima è importantissimo per chi non riesce a smettere di fumare le sigarette tradizionali. Il chewing-gum o il cerotto o la pillola non è come fumare una sigaretta, anche una sigaretta finta, la gestualità è importantissima. Devo dire che il professor Umberto Veronesi era favorevole a quest'idea insieme anche al professor Polosa abbiamo messo insieme un gruppo internazionale di ricercatori che si batte affinché le sigarette elettroniche siano approvate anche dal nostro Ministero della Salute in Italia come succede in Gran Bretagna. Perché non è una cosa nuova, è già approvata in altri paesi europei".