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La freccia nel fianco (1945) è un film diretto da Alberto Lattuada Nicoletta (Mariella Lotti) è sposata con Luigi (Roldano Lupi) un ingegnere affermato e risoluto, poco incline al sentimentalismo e alla poesia. Una mattina, sfogliando la corrispondenza, riceve l'invito ad un concerto. Il pianista è Bruno Traldi (Leonardo Cortese) figlio del vecchio proprietario del castello ove la coppia trascorre il periodo estivo. La missiva turba Nicoletta, anche il marito è contrariato dalla notizia ma decide ugualmente di portarla al concerto. Inizia così un lungo flash-back in cui scopriamo la storia di Nicoletta e Brunello. Lui è figlio del conte Traldi (Sandro Ruffini) un nobile decaduto che ha sperperato il suo patrimonio al gioco. Il castello dove vivono e dove Nicoletta e Brunello fanno amicizia, è oberato di debiti e finirà all'asta. Nicoletta ha 18 anni e Brunello 12, tra i due si instaura un'amicizia che ha risvolti oscuri ed ambigui data la giovane età del bambino. La sua infatuazione è puerile e dettata da un senso infantile di possesso, Nicoletta invece oscilla tra un affetto di tipo materno e fraterno e qualcosa che nemmeno lei sa decifrare, arrivando un paio di volte sul punto di baciare il bambino ma fermandosi per tempo. La loro amicizia si interrompe bruscamente un giorno quando il conte si traferisce a Parigi per sfuggire ai creditori e porta con sé Brunello. Il concerto intanto finisce così come il ricordo di Nicoletta. Sono passati 10 anni, Luigi ha comprato il castello del conte e la coppia vi trascorre le estati. L'incontro con Buno incrina il rapporto con il marito, la donna infatti si sente in qualche modo ancora attratta dal ragazzo ora diventato uomo e pianista di fama internazionale. Il giorno dopo il concerto Nicoletta si reca da Bruno per un ultimo addio e si fa promettere da quest'ultimo di non recarsi mai più al castello. La promessa è mantenuta ma tempo dopo, causa un fortuito contrattempo, Bruno si reca al castello. Dopo una cena piena di tensione e carica di rancori, Luigi lascia il castello in auto, Nicoletta e Bruno trascorrono la notte insieme. Il giorno dopo decidono di partire, Nicoletta ha già pronte le valigie ma è indecisa. Bruno così parte da solo accompagnato in stazione da Nicoletta che torna al castello in auto, correndo all'impazzata con gli occhi sbarrati nel vuoto destino. Un telefono intanto squilla al castello. Nicoletta torna in tempo per rispondere al marito che la sta chiamando. L'uomo al telefono finalmente si apre e fa una sincera confessione d'amore alla donna che ascolta. Il serrato dialogo tra i due è venato da una indecisione profonda di Nicoletta che non riesce a farsi carico del peso dell'amore del marito e di quella freccia nel fianco rappresentata da un amore impossibile e che appartiene al passato. La realtà è un labirinto drammatico da affrontare, nel cassetto del comodino semiaperto una pistola, la stessa pistola che Luigi rompendo una foto che li ritraeva insieme aveva visto ma non usata. Nicoletta abbassa la cornetta, infila la mano nel cassetto, i suoi occhi guardano il pendolo di un orologio che oscilla, si sente uno sparo, la musica di Nino Rota chiude il film. Mariella Lotti è la protagonista indiscussa di questa pellicola. La sua bellezza atipica per i canoni dell'epoca le permette un ruolo moderno ed anticonformista. Il suo piglio è risoluto, il suo incedere altezzoso e snob, indossa spesso i pantaloni, fuma, guida l'automobile, monta a cavallo e va in bicicletta. Il tragico finale del film giunge inatteso e drammatico in un lunghissimo primo piano che Mariella recita in maniera convincente e soprattutto con la sua voce, particolare da non sottovalutare in un epoca in cui molte attrici anche italiane venivano doppiate. Brunello da giovane è interpretato da Cesarino Barbetti futuro grande doppiatore e voce storica di Robert Redford nonchè di Roger Moore nel telefilm (allora si chiamavano così) "Attenti a quei due". Per gli appassionati di Tina Lattanzi, è sua la voce di Alanova che interpreta la mamma di Brunello. Sulla travagliata gestazione del film riporto le note di Francesco Savio tratte dal volume "Ma l'amore no" ed.Sonzogno (1975): "Iniziato dopo il 25 luglio '43 per conto della Lux, il film venne interrotto a causa degli eventi bellici il 10 settembre, mentre la troupe era in esterni ad Arsoli. Le riprese furono condotte a termine, in un appartamento di Roma, dopo la liberazione della città, per inziativa di Carlo Ponti, che già aveva organizzato il film nella sua prima fase. Per la parte di Brunello adulto era prevista la partecipazione di Vittorio Gassman, ma nell'estate del '44, quando Ponti e Lattuada completarono la lavorazione, l'attore recitava in teatro a Milano, ancora ocupata dai nazifascisti. Del resto la parte di Brunello cresciuto era tutta da girare, e Cortese potè subentrare senza bisogno di rifacimenti". #LaFrecciaNelFianco #MariellaLotti #LeonardoCortese #RoldanoLupi #AlbertoLattuada #CesareBarbetti