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Video che racchiude brevemente le caratteristiche principali della Ndocciata di Agnone, il rito del fuoco più grande al mondo. L’otto dicembre e la sera della Vigilia di Natale di ogni anno, le ndòcce di Agnone (IS) rievocano l’antica festa della luce, oggi nascita del Redentore. I veri attori sono i contadini che ripropongono il rituale agreste-propiziatorio riaffermando: La ndòccia è cosa antica . . . Al di là della sua spettacolarità, la Ndocciata (sfilata di torce) di Agnone è una festa tradizionale, permeata di religiosità popolare, che è rimasta sostanzialmente invariata malgrado il disfacimento della società agro-pastorale che l’aveva prodotta. Alle prime ombre della sera, quando sferra il campanone di Sant’Antonio, le 1000 ndòcce sciamano come una moltitudine di lucciole, il corso principale: una scia di lava vulcanica, un fiume di fuoco, mille bagliori, scintillìo, crepitare, fumo. I portatori delle contrade: Sant’Onofrio, Guastra, Colle Sente, San Quirico) e del gruppo di Agnone Capammonde e Capabballe, recano sulle spalle singole fiaccole, o costruzioni a ventaglio, che raggiungono anche ventiquattro elementi di fuoco per un peso di circa 150 Kg e un’altezza che sfiora i quattro metri. Le ndòcce sono di legno di abete bianco a cui si aggiungono rami di ginestra, per aumentarne lo spessore e l’infiammabilità.