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Nel mese di aprile, l’Italia, attraverso il Ministero della Difesa, ha autorizzato un accordo per l’acquisizione di nuovi sistemi UAS MQ-27 ScanEagle, droni prodotti dall’azienda americana Boeing. Questa decisione conferma l’efficacia del velivolo, già sperimentato da tempo dalla Marina Militare Italiana. Come sempre, ecco una breve panoramica tecnica del drone: SCAN EAGLE: CARATTERISTICHE TECNICHE Lo ScanEagle è un drone americano progettato e prodotto da Insitu Inc., una consociata interamente controllata da Boeing. Ha effettuato il suo primo volo nel 2002. Si tratta di un drone leggero, con un peso massimo al decollo di circa 22 kg, un’apertura alare di circa 3 metri e una lunghezza di 1,70 metri. Raggiunge una velocità massima di 148 km/h, è alimentato da un motore a pistoni a due tempi da 1,5 CV, e vanta un’autonomia stimata di almeno 20 ore. Può operare fino a una quota di quasi 6.000 metri. Originariamente, lo ScanEagle venne sviluppato per compiti civili, come il monitoraggio dei banchi di pesce e le rilevazioni meteorologiche. Tuttavia, grazie alle sue capacità e alla facilità di impiego, dal 2004 è stato adottato anche per scopi militari, con un primo contratto siglato dai Marines statunitensi. Una delle caratteristiche più interessanti per le marine militari è la modalità di decollo e atterraggio. Il drone viene lanciato tramite una catapulta che può essere installata sia a terra sia sul ponte di diverse classi navali. Il recupero avviene grazie a un sistema particolare che prevede una struttura con una corda sospesa, alla quale il drone si aggancia in volo tramite un gancio posto all’estremità delle ali. Il sistema completo comprende: Droni ScanEagle Stazione di controllo Terminale video remoto Sistema di lancio e recupero L’intero sistema è gestito da due aviatori addestrati, affiancati da due addetti alla manutenzione. Attualmente, il drone è impiegato per missioni di ricognizione, sorveglianza e acquisizione di obiettivi. Boeing offre anche versioni aggiornate, comprese quelle a decollo e atterraggio verticali (VTOL). Nel 2023, la Marina Militare Italiana ha effettuato il primo volo del ScanEagle a bordo della fregata Carlo Bergamini, capoclasse delle FREMM, aprendo la strada all’integrazione operativa di questi sistemi. Anche aziende italiane come Leonardo stanno sviluppando soluzioni simili, come il Proteus, un dimostratore di drone con compiti e dimensioni differenti, pensato per ridurre l’ingombro e i rischi per l’equipaggio rispetto ai tradizionali velivoli ed elicotteri imbarcati. LE NOVITÀ DEL 2025 Dopo questa panoramica tecnica, torniamo alle ultime novità. Come già accennato, l’Italia ha iniziato a testare il ScanEagle diversi anni fa. Il primo volo dalla nave Bergamini risale al 2023, ma l’appalto iniziale fu stipulato già nel settembre 2013, quando la Marina Militare Italiana firmò l’accordo per la fornitura di due sistemi ScanEagle e per la formazione del personale. Tra le novità più recenti: Il numero di navi destinate all’impiego del drone è stato ridotto da tre a due. Cambiamenti anche nei sensori: aumentano quelli elettro-ottici, mentre viene eliminato il sensore ViDAR. L’Italia ha deciso l’acquisto di un ulteriore sistema per un costo complessivo stimato in 19,5 milioni di euro. Nonostante la scelta rappresenti un passo importante per la sorveglianza marittima italiana, lo ScanEagle resta comunque un prodotto americano. In prospettiva futura, ci si aspetta una maggiore attenzione all’industria nazionale. Va però ricordato che nel 2013, quando iniziò la collaborazione con Boeing, lo scenario globale dei droni era molto diverso. Oggi, grazie anche alla collaborazione tra Leonardo e la turca Baykar, si prospetta l’arrivo di nuovi sistemi UAS pensati e realizzati con una visione più aderente agli interessi italiani. Lo ScanEagle resta comunque uno strumento utile per testare le capacità operative e per identificare eventuali criticità. Già nel 2024, i vertici militari hanno espresso l’intenzione di continuare la sperimentazione e l’integrazione di droni di superficie, aerei e subacquei nelle unità navali attuali e future. Non è da escludere che la Marina Militare Italiana possa, in futuro, collaborare con Fincantieri per lo sviluppo di una vera e propria nave porta-droni, che rappresenterebbe la sintesi tra l’esperienza maturata e la sinergia tra Difesa e industria nazionale. #marinamilitareitaliana