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STORIA DELLA MEDICINA: sciabole per il mal di testa e ricette della nonna ma poi arriva VESALIO! 2 года назад


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STORIA DELLA MEDICINA: sciabole per il mal di testa e ricette della nonna ma poi arriva VESALIO!

Alla fine dell’età tardo antica, quando i seguaci di Gesù erano i medici più accreditati e i denti guasti te li levava il maniscalco, le conoscenze biologiche si erano fermate. La gente viaggiava di meno, un po’ come ora, e quindi si poteva credere nell’esistenza di qualsiasi cosa non venisse esplicitamente negata dalla bibbia, anche questo, un po’ come adesso. Questo si rifletteva in modo piuttosto creativo soprattutto sulle conoscenze in ambito biologico e animale. Siamo nel periodo dei bestiari e degli erbari. Raccolte di presunte conoscenze di tipo zoologico e botanico che riportavano cose come: “il modo per raccogliere la mandragola senza morire” perché si pensava che sradicare la mandragola portava morte, per cui la si faceva strappare da un cane. Morto il cane, la mandragola era pronta per proteggere l’uomo da tutti i malefici. (come vedete i cani martiri abbondano anche nell’antichità e non solo nell’epoca dell’ “a chi piscia più lontano nello spazio”). Siamo anche nel periodo in cui Ser Brunetto Latini, il maestro di Dante, poteva scrivere nel suo “tesoretto” che il Basilischio è il re dei serpenti, così pieno di veleno da rilucerne al di fuori… ma che in realtà miete più vittime con la sua puzza che è in grado di stendere gli uccelli in volo. E sempre Ser Latini può anche scrivere che l’unicorno non può essere ucciso se non mandando una vergine nella foresta, perché l’unicorno è sensibile alle vergini e come ne vede una non può far altro che metterle la testa in grembo e addormentarsi pesantemente. Bisogna anche ammettere che nello stesso periodo ci sono anche personaggi come Ruggero Bacone che sostiene la superiorità dell’osservazione e dell’esperienza su qualsiasi forma di ragionamento a priori. Ma sfiga ha voluto che si occupasse principalmente di ottica e non di medicina e biologia. Quindi, com’era logico che avvenisse, a partire dall’VIII secolo, la tradizione medica viene presa in carico dai monaci e ancora, ai tempi di Brunetto (1200), gran parte delle conoscenze mediche di Ippocrate e Galeno così come tutte le loro teorie sugli umori che girano per il corpo umano, vengono tramandate grazie a loro. Gli arabi e i cristiani entrano in contatto in quel di Salerno, dove c’era una delle più importanti schole del Mediterraneo. Medicina monastica e medicina greca filtrata dagli arabi si fondono e cominciano a circolare i soldi. Tanti soldi. Talmente tanti soldi che la chiesa è costretta a proibire la pratica medica ai sacerdoti fuori dai conventi per evitare che quelli si diano alla pratica privata. A Salerno professori e studenti iniziano a studiare l’anatomia, sempre con i libri di Galeno in mano per cui, ogni volta che trovano qualcosa di diverso da ciò che descrive Galeno, viene considerato un’aberrazione rispetto alla norma.. Una cosa curiosa è che il lascito più importante della scuola medica salernitana non è un trattato scientifico ma un poemetto conosciuto con il titolo di Regimen sanitatis salernitanum e che è una raccolta di massime sulla buona salute Insomma, i consigli della nonna… più qualche esempio di omeopatia etilica. Ci sarebbero anche delle favolose ricette, ad esempio per la cura delle emorroidi, che prevedono cose come: olio di lino, succo di limone, cenere di camino e sangue mestruale per uso topico. O zolfo, zenzero, mercurio, burro fresco, unguento di rosa, un pugnetto di sale, da strofinare sulla pella per far guarire la rogna. [magari un giorno ve le recito tutte e vediamo se riusciamo a dare una spallata a Big Pharma!]. Comunque, a un certo punto della storia arriva il rinascimento! E nel campo della medicina un grossissimo contributo arriva da un tizio di Bruxelles che si chiama André van Wesele. Ma una volta arrivato in Italia verrà conosciuto col nome di Andrea Vesalio. Vesalio approda a Padova dove l’ambiente accademico è decisamente più disinibito e in due giorni diventa, prima dottore e subito dopo professore, e inizia la sua carriera di grande sezionatore di cadaveri, scrive un’opera che si intitola De Humani corporis fabrica, in cui individua una serie di errori nelle convinzioni di Galeno. E poi... buona visione!

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