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Vediamo quali sono a livello industriale i metodi di estrazione dei principi attivi dalle piante, da cui poi si ricavano gli integratori naturali venduti nelle erboristerie. Cosa sono le tinture madri? E gli estratti secchi? Cosa sono i gemmo-derivati (noti anche come macerati glicerinati?). Questi metodi rientrano nella macro categoria degli estratti idroalcolici, cioè quei procedimenti estrattivi che come solvente utilizzano precise miscele di acqua e alcol etilico. Perchè l’alcol? Perchè rispetto all’acqua ha una maggiore capacità di catturare i principi attivi e agisce anche come conservante. Il primo metodo è l’estratto fluido. Si utilizzano parti di erbe e piante già fatte seccare e che vengono riposte in appositi recipienti in acciaio (o di vetro) e lasciati a macerare per circa 3 settimane. Il rapporto tra la quantità di pianta, di acqua e alcol etilico da miscelare è indicato in apposite tabelle che sono frutto di anni di studi, e varia a seconda della pianta e dei principi attivi che si vogliono ottenere. Alla fine del processo di lavorazione con l’estratto fluido avremo un esatto rapporto di 1 a 1 tra il solvente e il principio attivo: significa che in 1 millilitro di estratto fluido avremo esattamente i principi attivi contenuti in 1 grammo della pianta secca che abbiamo utilizzato in origine. Ci sono anche gli estratti molli (in cui alla fine viene fatta evaporare una maggior quantità di solvente) che però si utilizzano soprattutto in ambito cosmetico e alimentare. Gli estratti secchi si ottengono facendo evaporare del tutto (o quasi) il solvente (con un residuo secco superiore al 95%). Grazie ad appositi macchinari alla fine si ottiene una polvere finissima che viene commercializzata in apposite tavolette. Per fare una tintura madre si utilizzano parti di pianta fresca e quindi la loro messa a macero nel solvente deve iniziare in tempi brevi dopo la raccolta. La componente vegetale essendo fresca nei suoi tessuti ha anche una parte acquosa che deve essere presa in considerazione nel preparare il solvente per l’estrazione. Per fare questo un campione della pianta viene pesato prima e dopo essere stato essiccato in un apposito macchinario. La differenza di misurazione ci indicherà quanta acqua era contenuta nella pianta. Questo valore viene sottratto all’acqua distillata da miscelare con l’alcol etilico per la realizzazione del solvente. Anche in questo caso la macerazione dura 3 settimane, dopo le quali si filtra e si riporta a volume l’estratto per compensare alcune piccole perdite dovute all’evaporazione del solvente. La tintura madre non va confusa con la semplice tintura, per la quale si utilizzano piante essiccate. Un’ ultima tipologia di estrazione idroalcolica abbastanza diffusa è il macerato glicerinato. Hanno questo nome perchè il solvente è composto non solo da acqua e alcol ma anche da glicerina. Anche per i macerati glicerinati si utilizzano piante fresche ma vengono chiamati gemmoderivati perchè, a differenza delle tinture madri, in questo caso si utilizzano soltanto i meristemi del nostro vegetale. I meristemi sono quei tessuti della pianta che solitamente si concentrano nelle piccole gemme e che contengono cellule che ancora non si sono differenziate e che, quindi, ancora non hanno assunto funzioni specifiche. Per la loro preparazione i tessuti dei meristemi vengono raccolti in primavera, appena prima che si riattivi il ciclo vitale della pianta. Anche in questo caso la messa a macero deve avvenire in tempi brevi per evitare degradazioni e (così come abbiamo visto per le tinture madri) bisogna fare gli opportuni calcoli che tengano conto dell’acqua già presente nei tessuti vegetali appena raccolti. Una volta messi a macerare i meristemi vengono triturati e lasciati riposare (salvo sporadiche agitazioni) in appositi recipienti chiusi ermeticamente. Alla fine anche in questo caso il tutto viene colato e filtrato in appositi contenitori. 00:00 Introduzione 01:41 Gli estratti fluidi 04:50 Estratti molli 05:05 Gli estratti secchi 06:07 Le tinture madri 07:46 I gemmoderivati (macerati glicerinati)