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Trovare uno scopo nella vita è la prima cosa da fare per mettere in discesa il nostro futuro. Ognuno di noi si approccia al proprio lavoro in modo diverso: per qualcuno è un mestiere, per altri una carriera, e per altri ancora una vocazione. La parabola dei tre muratori ci insegna l'importanza dello scopo e della differenza che può fare per noi avere una vocazione. LINK UTILI: Iscriviti qui al mio video corso gratuito sulla crescita personale: http://bit.ly/Crescita Unisciti al gruppo Facebook "Officina per la Mente", dove parliamo di tecniche pratiche per la tua crescita personale: https://bit.ly/360XhQ3 #scopo #lavoro #crescitapersonale --- “A tre muratori viene chiesto: cosa state facendo? Il primo risponde: sto costruendo un muro il secondo risponde: sto costruendo una chiesa il terzo risponde: sto costruendo la casa del signore Il primo muratore ha un mestiere, il secondo una carriera, il terzo una vocazione. Questa breve parabola mi piace molto perché i 3 muratori stanno facendo esattamente la stessa cosa, ma lo spirito con il quale lo fanno non potrebbe essere dei più diversi. Ognuno di noi vive un'esperienza soggettiva che potrà facilmente avvicinarlo a uno di questi tre muratori. C’è chi considera il proprio lavoro come una necessità della vita, come respirare o dormire. Questa è la visione che va per la maggiore e in questo caso parliamo di un vero e proprio mestiere. Alcuni invece si approcciano al lavoro come se fosse un gradino nella scala che li porterà sempre più in alto, e quindi siamo nella visione della carriera. Infine, c’è una minoranza di noi che vede il lavoro come una missione, questa minoranza è affetta da una vocazione, vede il lavoro come una delle cose più importanti della sua vita. Ora: non c’è nulla di sbagliato ovviamente a non avere altra ambizione personale, se non quella di guadagnarsi onestamente da vivere. Ma il fatto è che la maggior parte di noi aspira a molto di più. E che quei pochi fortunati che riescono a vedere il loro lavoro come una vocazione, vivono anche una vita ricca di soddisfazioni e di gratificazioni. La buona notizia è che – contrariamente a quanto siamo portati a pensare – qualunque lavoro può diventare una vocazione, perché tutto sta non nella tipologia di lavoro specifica, ma nel modo in cui tu la vivi. Stai posando il mattone perché sei obbligato? Perché pensi che quello possa essere un gradino della tua scalata all'interno della società? Oppure hai la percezione che quell’operazione ti sta mettendo in contatto con qualcosa di molto più grande? La vocazione non ha nulla di magico, non è un qualche cosa che mentre tu cammini per strada un giorno entra dentro il tuo corpo, e nemmeno è un qualche cosa di già formato che tu devi andare a cercare nel mondo. È qualcosa di più dinamico, perché qualunque attività o professione tu svolga - dal direttore generale all'inserviente - puoi esaminarla di continuo e trovare modi affinché ti metta in contatto con gli altri o con scopi superiori. Puoi cercare di capire in che modo questa tua attività possa rientrare in un contesto più ampio, puoi chiederti come possa aiutarti a esprimere i tuoi valori più profondi. Dobbiamo ritagliarci del tempo per riflettere sull’utilità sociale di quanto stiamo facendo, dobbiamo capire come rendere il nostro lavoro più coerente possibile ai nostri valori di base, dobbiamo cercare dei modelli di persone che ci ispirino ad essere delle persone migliori. Dobbiamo imparare a coltivare un senso di scopo nella vita e non è mai troppo tardi per iniziare a farlo.”