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Urla, minacce e recriminazioni. L'incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky si è trasformato in un duello durissimo e senza precedenti nello Studio Ovale, luogo simbolo della diplomazia americana. Come prima conseguenza, Trump sta valutando la possibilità di interrompere tutte le spedizioni di aiuti militari verso l'Ucraina, una decisione che potrebbe determinare una svolta decisiva nella guerra russo-ucraina. L’incontro è iniziato con battute di Trump e dei giornalisti sul vestiario di Zelensky: "Ti sei vestito di tutto punto per venire oggi?". Sin da subito, il presidente degli Stati Uniti ha espresso chiaramente la sua volontà di un cessate-il-fuoco immediato in Ucraina. "Ho avuto l'impressione che Zelensky voglia lottare, lottare, lottare. Io e Putin vogliamo la pace", avrebbe dichiarato Trump. Zelensky ha replicato sottolineando che, senza garanzie di sicurezza da parte degli Stati Uniti, una tregua sarebbe rischiosa per il popolo ucraino, in quanto Putin avrebbe ripetutamente violato i cessate il fuoco in passato, anche a fronte di accordi come il Formato Normandia del 2014. Sotto gli occhi di giornalisti e membri del governo, Trump e il suo vice JD Vance hanno messo alle strette Zelensky, che non ha potuto rispondere con fermezza anche a causa della mancanza di un interprete. Durante lo scontro, il presidente americano ha accusato il leader ucraino di "giocare con la Terza Guerra Mondiale", affermando: "O fai un accordo o noi ci tiriamo fuori". La situazione è precipitata quando il vicepresidente Vance ha accusato Zelensky di aver mancato di rispetto agli Stati Uniti, facendo riferimento alla sua visita in Pennsylvania per un evento legato alla campagna elettorale dei Democratici. Visibilmente in difficoltà, Zelensky ha provato a difendere la sua posizione, affermando: "Sei mai stato in Ucraina? Voi avete un bell’oceano e non sentite gli effetti della guerra, ma li sentirete". L'incontro si è chiuso senza una conferenza stampa e senza alcun accordo sulle terre rare o sulla fine delle ostilità. Trump aveva più volte sottolineato l’importanza di un accordo sulle terre rare, ricche di materiali strategici per l’industria militare e tecnologica americana. Il presidente USA ha ribadito che l’accordo avrebbe permesso agli Stati Uniti di recuperare parte dei fondi, a suo avviso, sperperati dal suo predecessore Biden. Durante l’incontro, Trump ha attaccato ripetutamente Biden, definendo la sua gestione del conflitto fallimentare. Secondo Trump, la presenza americana nelle regioni ricche di terre rare avrebbe potuto favorire la creazione di una zona di pacificazione tra Russia e Ucraina. Tuttavia, di fronte al rifiuto di Zelensky, ha concluso: "Può tornare quando sarà pronto per la pace". A questo punto, il futuro dell'alleanza tra Stati Uniti e Ucraina è più incerto che mai. L'unico spiraglio potrebbe arrivare dai canali diplomatici alternativi, come il Dipartimento di Stato guidato da Marco Rubio, uno dei principali sostenitori dell'Ucraina tra i Repubblicani. La premier italiana Giorgia Meloni ha proposto un immediato vertice tra Stati Uniti, Europa e alleati per discutere del futuro dell'Ucraina e della sicurezza occidentale. "Ogni divisione dell'Occidente ci rende più deboli e favorisce chi vuole il declino della nostra civiltà", ha dichiarato. Anche il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso preoccupazione: "C'è un aggressore russo, bisogna rispettare chi lo combatte dall'inizio". Solidarietà è arrivata anche dall'Unione Europea, con il premier polacco Donald Tusk che ha scritto su X: "Caro Zelensky, non sei solo". Dall'altro lato, Mosca ha accolto con favore la frattura tra Washington e Kiev. L'ex presidente russo Dmitri Medvedev ha esultato: "Il porco insolente ha finalmente ricevuto una bella sberla nello Studio Ovale. Trump ha ragione: il regime di Kiev sta giocando con la Terza Guerra Mondiale".