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Da simbolo di un passato criminale a faro di speranza e riscatto sociale. Siamo a Casa Mehari, un bene confiscato alla camorra nel comune di Quarto, in provincia di Napoli, che oggi ospita il progetto "Liberi di Crescere" della Caritas Diocesana di Pozzuoli, finanziato con i fondi dell'8X1000 alla Chiesa Cattolica. L'occasione è la presentazione dei primi risultati del progetto e l'inaugurazione della mostra dei lavori realizzati nel laboratorio di ceramica e arte creativa. Un percorso che, grazie anche alla collaborazione con i volontari de "La Bottega dei Semplici Pensieri", non si limita all'apprendimento di una tecnica artigianale. È, in realtà, un vero e proprio cammino di inclusione e valorizzazione dedicato a persone che vivono in situazioni di fragilità. Mani che plasmano l'argilla per plasmare una nuova opportunità di vita. Come sottolineato dai relatori, tra cui Padre Giuseppe Carulli, direttore della Caritas, l'obiettivo è trasformare l'esclusione sociale in una risorsa comunitaria. Qui, l'arte diventa strumento terapeutico ed educativo. Le figure della maestra ceramista e della pedagogista, infatti, sono centrali nel guidare i partecipanti non solo nella creazione dell'oggetto, ma soprattutto nella ricostruzione della propria autostima. L'evento ha visto anche la significativa partecipazione delle classi dell'ISIS Rita Levi Montalcini, a testimonianza di come il progetto voglia gettare un ponte tra il mondo del volontariato e le nuove generazioni, diffondendo la cultura della legalità e della solidarietà. "Liberi di Crescere" non è solo il nome di un progetto, ma la concreta promessa di un futuro dove ogni fragilità può diventare un'opera d'arte.