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🔞 Video non censurati ed esclusivi: https://t.me/RFUItaliano 🟢 Link del nostro bellissimo sito: https://www.rfunews.com/it Gli aggiornamenti del resoconto di oggi riguardano la Federazione Russa. Negli anni gli ucraini hanno accumulato enormi danni inflitti alle infrastrutture russe. Con la tregua attiva, hanno una chiara posizione di vantaggio, potendo minacciare di ricominciare la massiva campagna nel caso la Russia infrangesse l'accordo. Prima della tregua gli attacchi ucraini hanno inflitto sostanziali danni all'infrastruttura energetica russa, bersagliandone diverse componenti, come rafinerie, depositi, stazioni di pompaggio e porti usati per le esportazioni. Molti di questi bersagli sono stati colpiti più volte, un esempio è la Ryazan che è stata colpita almeno 9 volte nel corso degli ultimi 15 mesi. Secondo le stime, circa il 15% della capacità giornaliera russa è stata danneggiata, riducendo la produzione di 600-900.000 barili al giorno. Una riduzione che ha impattato i prezzi nazionali del carburante di un 20-30%, costringendo il governo russo a implementare un blocco delle esportazioni di 6 mesi iniziante a Marzo per stabilizzare la fornitura locale. Queesti attacchi hano causato rallentamenti operativi e aumentato i costi di riparazione, ulteriormente esacerbati da sanzioni che limitano l'accesso ad equipaggiamento e parti di ricambio essenziali. Analisti militari han rivelato che in poco più di 6 mesi, da Settembre 2024 a Febbraio 2025, gli attacchi ucraini son costati alla Russia 658 milioni di dollari in danni. Durante questo periodo le forze ucraine hanno distrutto 50 cisterne e danneggiato altre 47. L'attacco singolo più significativo è avvenuto il 7 Ottobre in Crimea, dove son state distrutte 11 cisterne a Feodosia, causando danni per oltre 37 milioni di dollari. Se analiziamo l'interezza del 2024, possiamo vedere che sono stati condotti numerosi attacchi dronici contro strutture importanti. A Marzo sono state attaccate le raffinerie di Ryazan, Kirishi, Norsi, Syzran, Slavyansk e Kuibyshev, facendo scaturire significativi incendi e provocando il blocco delle operazioni. Ad Aprile è stata attaccata la Taneco, mentre a Maggio quelle di Volgograd e di Tuapse. Integrali alla struttura energetica russa, il loro bloccarsi ha ridotto la produzione di carburante e messo in ginocchio la logistica industriale. Con uno stimato 15% dell'intera capacità industriale fuori uso prima della tregua, questo significa un 21 miliardi in meno di proventi contro le poche migliaia che costa lanciare un attacco a base di droni. Gli sforzi di riparazione russo sono ostacolati dalle sanzioni che limitano l'accesso ad equipaggiamento specializzato e tecnologie necessarie per riparazioni a norma delle raffinerie, che molte erano costruite in parte se non interamente da compagnie occidentali. Di conseguenza alcune strutture come l'Atrakhan colpita a Febbraio, potrebbero necessitare anche di 6 mesi per esser riparate completamente mentre altre potrebbero non recuperare mai completamente le capacità produttive. Vari analisti dichiarano persino che molte raffinerie non verranno riparate a causa della costante minaccia dei droni ucraini, l'ìincapacità dell'esercito russo di difenderle e la tremolante sicurezza fornita dalla tregua. In passato gli ucraini bersagliavano spesso la stessa raffineria in successione, come la Kavkazskaya dove hanno atteso che venissero estinti gli incendi e terminate le riparazioni per lanciare un altro attacco. A causa della mancanza di lavoratori di settore e delle sanzioni ci voranno anni perché la Russia riesca a tornare alla produzione pre-guerra, con stime che portano le perdite tra 63 e 105 miliardi. In generale il bersagliare strategico delle infrastrutture energetiche russe da parte delle forze ucraine serve a molteplici scopi. Mira a indebolire lo sforzo bellico russo riducendo le entrate dalle esportazioni di carburante, il che crea pressioni interne a causa dell'aumento dei prezzi del carburante e delle interruzioni delle forniture energetiche oltre a sfidare la narrativa della sicurezza interna, esponendo al contempo enormi vulnerabilità all'interno delle infrastrutture critiche della Russia. Anche se tutti gli attacchi ucraini sono attualmente in pausa, è probabile che i prossimi bersagli siano già sulla lista in caso venga rotta la tregua.