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Il mare Adriatico è chiuso in un lembo di terra, arroccato tra la bella Italia ed i Balcani, da sempre crocevia di traffici più o meno leciti. Ogni anno transitano tra una costa e l'altra centinaia di clandestini disperati, provenienti dalle zone di guerra nel cuore dell'Africa, sigarette di contrabbando e fiumi di droga. Il fulcro di questi traffici sono paesi come Turchia, Grecia ed Afghanistan. Le sponde sono prevalentemente l'Albania ed il Montenegro. Da lì quotidianamente partono gommoni, scafi, imbarcazioni di ogni genere, stipati di uomini, donne e bambini disperati, sostanze stupefacenti e di recente anche tabacchi lavorati esteri. Le forze dell'ordine effettuano sequestri ravvicinati nel tempo. La droga in particolare è al centro della cronaca di questi ultimi tempi. In sei mesi solo in Puglia sono state sequestrate diverse tonnellate di droga. Ultimo in ordine di tempo il sequestro effettuato ieri dalla Guardia di Finanza ad Otranto. 1104 chilogrammi di marijuana stipati in borsoni sono stati intercettati a notte fonda su un gommone in transito al largo delle coste salentine. Monitorato dall'elicottero, il natante è stato individuato e bloccato a Conca Specchiulla , località a nord di Otranto. Sequestri di equivalente entità sono stati portati a termine nel periodo di Pasqua e lo scorso Natale. La particolarità del nuovo contrabbando è l'assenza di stagionalità: i traffici illeciti non conoscono limiti di tempo, vengono effettuati in pieno inverno come nei mesi più caldi. La droga è vomitata sulle coste salentine dagli scafi con una frequenza altissima. Per ogni carico bloccato e sequestrato, un altro passa indisturbato. La costa pugliese è un fronte talmente ampio, ricco di insenature e golfi da permettere sbarchi quotidiani. La marijuana in particolare è la sostanza stupefacente i cui traffici superano di gran lunga tutti gli altri esistenti nell'Adriatico. Viene sapientemente coltivata, essiccata e lavorata in diverse zone del Paese delle Aquile. In particolare la provincia di Argirocastro si presta, date le favorevoli condizioni metereologiche, alla coltivazione. Arroccato su una montagna, un villaggio di nome Lazarat è la roccaforte dei narcos. Nove mesi su dodici il paesino è esposto direttamente alla luce del sole: un habitat ideale per la coltivazione della cannabis. Lazarat è un villaggio impenetrabile, controllato notte e giorno da sentinelle armate. La popolazione del paesino è composta prevalentemente da contadini che nel corso del tempo hanno diversificato la coltivazione in cannabis. Un luogo in cui neppure le forze dell'ordine possono entrare, un luogo dove ci si ripara dal sole all'ombra di piante di marijuana alte anche tre metri. Questo rende l'Albania non solo Paese di transito, ma uno dei primi produttori di marijuana in Europa.