Π£ Π½Π°Ρ Π²Ρ ΠΌΠΎΠΆΠ΅ΡΠ΅ ΠΏΠΎΡΠΌΠΎΡΡΠ΅ΡΡ Π±Π΅ΡΠΏΠ»Π°ΡΠ½ΠΎ La valutazione del rischio residuo di recidiva nel tumore della mammella ΠΈΠ»ΠΈ ΡΠΊΠ°ΡΠ°ΡΡ Π² ΠΌΠ°ΠΊΡΠΈΠΌΠ°Π»ΡΠ½ΠΎΠΌ Π΄ΠΎΡΡΡΠΏΠ½ΠΎΠΌ ΠΊΠ°ΡΠ΅ΡΡΠ²Π΅, Π²ΠΈΠ΄Π΅ΠΎ ΠΊΠΎΡΠΎΡΠΎΠ΅ Π±ΡΠ»ΠΎ Π·Π°Π³ΡΡΠΆΠ΅Π½ΠΎ Π½Π° ΡΡΡΠ±. ΠΠ»Ρ Π·Π°Π³ΡΡΠ·ΠΊΠΈ Π²ΡΠ±Π΅ΡΠΈΡΠ΅ Π²Π°ΡΠΈΠ°Π½Ρ ΠΈΠ· ΡΠΎΡΠΌΡ Π½ΠΈΠΆΠ΅:
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Da quando si Γ¨ chiarito che la sovraespressione della proteina HER2 Γ¨ sinonimo di maggiore aggressivitΓ e di un particolare comportamento biologico, si sono fatti molti passi avanti nel trattamento del carcinoma mammario HER2-positivo; questo grazie ai farmaci anti-HER2, quali trastuzumab, pertuzumab e neratinib. Se unβimportante metanalisi ha dimostrato che lβaggiunta di trastuzumab alla chemioterapia consente di guarire un numero maggiore di pazienti con carcinoma della mammella non metastatico, occorre comunque ricordare che il rischio di recidiva per queste pazienti rimane complessivamente del 20%. Occorre quindi identificare i fattori di predizione del rischio di recidiva, quali lβestensione iniziale della malattia e il numero dei linfonodi positivi. Esiste, inoltre, un pattern di recidiva legato alla positivitΓ o meno ai recettori ormonali. Le terapie a base di trastuzumab e, soprattutto, neratinib hanno dimostrato di migliorare la prognosi nelle pazienti a maggior rischio di recidiva. Ne parla ai microfoni di PharmaStar, nellβambito del progetto βUpdate on RRR β Residual Risk of Relapseβ, il Dottor Paolo Pronzato, Direttore dellβUO di Oncologia Medica presso lβIRCCS AOU Policlinico San Martino di Genova.