У нас вы можете посмотреть бесплатно Perché preferiamo Gesù - XXIII Domenica del T.O. или скачать в максимальном доступном качестве, видео которое было загружено на ютуб. Для загрузки выберите вариант из формы ниже:
Если кнопки скачивания не
загрузились
НАЖМИТЕ ЗДЕСЬ или обновите страницу
Если возникают проблемы со скачиванием видео, пожалуйста напишите в поддержку по адресу внизу
страницы.
Спасибо за использование сервиса ClipSaver.ru
Secondo il piano del Vangelo di Luca, siamo in cammino con Gesù verso Gerusalemme. E’ una lenta ascesa del Signore verso la passione e il mistero della Pasqua, verso il suo “esodo”. Durante questo cammino da consigli precisi a coloro che vogliono seguirlo. Per noi questo è un tempo importante: è il momento della ripresa della vita parrocchiale e delle attività professionali. La Parola di Dio ci dona una luce precisa per discernere il senso stesso della nostra vita presente. “Insegnaci a contare i nostri giorni”. Questa espressione che troviamo nel salmo 89 che preghiamo oggi ci permette di annunciare una verità: la durata della vita dell’uomo sulla terra è limitata e questo ci impegna ogni giorno a prendere posizione quanto all’orientamento profondo della nostra esistenza. “Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore.” Prendere sul serio la vita con i suoi valori e le sue scelte. Quali consigli da Gesù a chi vuol seguirlo? Preferire Cristo al proprio padre, alla propria madre, fratelli e sorelle e anche la propria moglie e i propri figli. Cristo rivendica il primo posta nel nostro cuore e nella nostra vita quotidiana. Iui conosce il IV comandamento e sa bene che la famiglia, buona che sia, può essere un impedimento alla vera vita cristiana. Ho conosciuto ragazzi a cui è stato impedito di frequentare il catechismo e di farsi battezzare, giovani fermati a realizzare la loro vocazione sacerdotale. Il Signore sa quel che dice! Per seguirlo bisogna liberarsi dai legami familiari per vivere liberamente e poi “Tengo famiglia” è sempre un freno a realizzare una totale dedizione al Signore e alla sua causa. “Per essere mio discepolo”. Si può essere discepolo di Cristo a tempo pieno, con una consacrazione all’apostolato e al servizio della Chiesa e anche non dedicandosi a tempo pieno a Lui ma tutti coloro che intendono servirlo devono seguirlo se non a tempo pieno sicuramente “a cuore pieno” col cuore dedito a lui. Prendere la propria Croce e seguirlo è condizione indispensabile per essere suo discepolo. Il Cristiano deve avere idee chiare sul suo rapporto alla Croce. Ciò che non è segnato dalla Croce non è cristiano. La Croce di Cristo è una scelta di Dio non tanto per bloccare suo Figlio in una sofferenza redentrice quanto per illuminare il cuore dell’uomo capace di uccidere l’innocente quando l’uomo prende il posto di Dio. La Croce rivela all’umanità al sua propria violenza La mortificazione cristiana non è un campionato della mortificazione tra i santi. L’austerità, l’ascesi è il rifiuto al fascino dell’aver sempre di più che porta alla follia di prendere il posto di Dio.”Sono un Do geloso!” Anche a forza di dire “guardatemi” ovviamente nel desiderio di dare esempio, l’uomo religioso può distogliere da Dio. La forza della rinuncia è l’amore! Portare la Croce non è impegnarsi in un cammino di sofferenza. E’ far nostra la vittoria di Cristo in Croce rinunciando a crocifiggere gli altri, a fare degli altri dei nemici da distruggere. Portare la Croce significa seguire Gesù che apre la vita al Padre, il cammino del vero amore. Portare la Croce significa essere indirizzati nella propria vita dalla Resurrezione di Cristo, vivere in piedi e andare fino in fondo nella Speranza. Sapremo fare questa scelta fondamentale? Abbiamo ben calcolato cosa questa scelta porta nella nostra vita? Siamo disposti a scegliere una “conversione” un cambiamento di rotta e andare fino in fondo? Che la nostra vita sia Si al Si e No al No: No al male e alla violenza di qualsiasi genere e Si a Cristo e al suo Amore!