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L'Arte Povera

L'Arte Povera è un movimento artistico italiano nato alla fine degli anni '60, precisamente nel 1967, e si è sviluppato principalmente negli anni '70. Il termine "Arte Povera" (letteralmente "arte povera") fu coniato dal critico d'arte Germano Celant per descrivere un gruppo di artisti che rifiutavano le convenzioni tradizionali dell'arte e si concentravano su materiali semplici, spesso di origine naturale o industriale, per creare opere che sfidavano i confini tra arte e vita quotidiana. Gli artisti dell'Arte Povera, come Mario Merz, Jannis Kounellis e Giovanni Anselmo, utilizzavano materiali come terra, legno, pietre, metalli, tessuti e persino oggetti trovati, per esplorare temi come la natura, la trasformazione, il tempo e la relazione tra uomo e ambiente. Le loro opere spesso avevano un carattere effimero o temporaneo, riflettendo una visione anti-consumistica e una critica alla società industrializzata. L'Arte Povera si distingue per il suo approccio concettuale e la sua attenzione ai processi creativi piuttosto che ai risultati finali. Ha avuto un impatto significativo sull'arte contemporanea, influenzando movimenti successivi come l'arte concettuale e l'arte ambientale. Oggi è riconosciuta come una delle correnti più innovative e influenti del XX secolo.