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FILOGENESI E RENE Iperpotassiemia tubulare da farmaci

Documentario scientifico d'animazione ideato dalla Cattedra di Nefrologia dell'Università Piemonte Orientale Direttore Prof. Piero Stratta. Regia di Caterina Canavese. DESCRIZIONE Cosa c’entra la Filogenesi con i tubuli renali e il potassio? La Filogenesi racconta come si è evoluta la vita sulla terra , e i reni hanno svolto un ruolo cruciale nel consentire l’evoluzione della vita sulla terra , per cui guardare il modo in cui lavorano i reni con gli occhi della Filogenesi rende tutto davvero molto chiaro. E adesso vediamo come. La domanda cruciale per chiunque si avvicini alla Nefrologia è questa : “ma perché i reni hanno una struttura così complessa e articolata che oggi nessun costruttore di sistemi depuratori penserebbe mai di provare a copiare?” E la Filogenesi consente di rispondere : i reni funzionano così semplicemente perché sono il risultato di un mosaico di porzioni diverse aggiunte in serie una dopo l’altra nel corso della evoluzione delle forme viventi per poter consentire la sopravvivenza nei diversi habitat, dal momento che la vita si spostava ed era il rene a consentire sempre di sopravvivere nel posto nuovo. Centinaia di milioni di anni fa i pesci che vivevano in acqua dolce avevano adottato i glomeruli come filtri in grado di allontanare l’eccesso di liquidi assorbiti dall’ambiente esterno ipotonico senza correre il rischio di …..scoppiare. Ma poi , dopo il passaggio sulla terraferma , i protovertebrati non potevano sopravvivere filtrando e allontanando tutta quell’acqua con i soluti che attraversavano i pori , solo che non essendo riusciti a sbarazzarsi del glomerulo e a selezionare un rene a-glomerulare, hanno dovuto progressivamente attaccare- sotto milioni di glomeruli- centinaia di chilometri di tubuli con funzioni diverse e sofisticate che in pratica annullano una gran parte del lavoro del glomerulo, in modo da garantire l’equilibrio nell’organismo intero. Basta pensare ai numeri : i glomeruli filtrano ogni giorno 180 litri di pre-urina con tutti i soluti di dimensioni inferiori a 50.000 daltons che attraversano il setaccio della barriera di filtrazione rappresentata dai pori della membrana basale glomerulare , ma poi la maggior parte del filtrato viene riassorbito e alla fine si allontana circa 1 litro di urine (somma di “filtrazione" meno "riassorbimento" più "secrezione intratubulare" a partenza dai liquidi interstiziali peritubulari in base alle esigenze del momento) . E adesso veniamo al potassio : concentrazione di 4 mmol/L nel plasma e nell’ultrafiltrato , moltiplicato per i 180 litri dell’ultrafiltrato uguale circa 600-800 millimoli di potassio filtrate ogni giorno, ma … solo 60-80 mmol allontanate nelle 24 h, e cioè circa un decimo della quota filtrata. E questo tutto grazie solo al lavoro dei tubuli (la filtrazione glomerulare non conta quasi nulla nella eliminazione del potassio) e all’intervento provvidenziale di un mediatore come l’Aldosterone , ( non a caso tra i primi ormoni comparsi nella Filogenesi dei vertebrati terrestri) cui sono stati affidati due ruoli cruciali per garantire la sopravvivenza delle specie viventi al passaggio dal mare alla terra arida, e cioè aumentare la capacità di riassorbire il sodio, creando , dentro il lume del tubulo, un “buco” di cariche elettriche positive che potrà essere riempito dal potassio. Ed ecco perchè “poco Aldosterone” da deficit surrenalici o da inibizione farmacologica o da ridotta sensibilità del tubulo impedisce al potassio di essere allontanato dal corpo umano. NDR (NOTE DI REDAZIONE/ERRATA CORRIGE) Albert Szent Gyorgi, Nobel Price of Medicine 1937: " There is only one way to avoid mistakes, it is to do nothing, or at least to avoid doing something new." Gli Autori segnalano che a minuti 12.45 si dice: “dove si recupera tutto il sodio possibile per evitare la morte da disidratazione” mentre l’espressione corretta è “ per evitare la morte da ipovolemia “, e a minuti 15.26 si dice : “soprattutto in presenza di disidratazione" , mentre l’espressione corretta è “ soprattutto in presenza di ipovolemia “