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L’inaccessibilità della Sila, con i suoi forti dislivelli ed una natura impervia – che per molte comunità aveva costituito per decenni inesorabile fonte di isolamento geografico e culturale – non aveva impedito all’abate Gioacchino da Fiore di transitare lungo queste terre e decidere nell’autunno del 1188 di impiantarvi la nuova Congregazione Florense (approvata nel 1196), nel luogo oggi denominato Jure Vetere Sottano. In principio, i florensi misero a coltura i territori di Bonolegno e di Faradomus, fecondandoli con le acque del fiume Garga; motivo per cui insorsero delle liti con i monaci greci del monastero dei tre fanciulli, ubicato in prossimità di Caccuri. I poveri florensi furono bastonati, malmenati e gli edifici in costruzione distrutti. Tuttavia, l’azione di costruzione dell’insediamento non si fermò ed ebbe come eredità una prospera comunità che ancora oggi popola San Giovanni in Fiore e che, non a caso, vanta il titolo di secondo comune più esteso della regione Calabria. Solo molti secoli più tardi, per combattere l’isolamento di tali comunità, fu pensata una connessione capillare tra le zone più remote del meridione. La rete a scartamento ridotto Cosenza – San Giovanni in Fiore nasceva tra il 1932 e 1956 ed è tuttora ritenuta uno dei massimi esempi esistenti di ingegneria ferroviaria in Italia. In memoria del grande orgoglio ferroviario calabrese, con un tracciato che accarezza i limiti dell’ingegneria ferroviaria di allora, tutto ciò che resta oggi è rappresentato dal ‘Treno della Sila’, la cui storica locomotiva torna a sbuffare, a scopo meramente turistico, nel 2016. La ferrovia mostra fin dai primi chilometri il suo carattere: una repentina successione di curve e controcurve in costante ascesa, superando profonde e strette vallate con maestosi ponti, alternando tratti attorniati dal verde della flora presilana a terrazze naturali dalle quali scorgere panorami senza tempo. Dettagli esplorazione: Sullo sfondo bucolico della Valle di Garga, abbiamo intrapreso il cammino di avvicinamento all’omonimo fiume, costeggiando verdeggianti campi coltivati per alcuni chilometri. Lasciato alle nostre spalle il panorama rurale, con uno stacco repentino, ci siamo tuffati in tutt’altro scenario: quello delle rigogliose sponde del fiume. Seguendone il movimento regolare, abbiamo esplorato per circa tre chilometri il suo corso, alternando tratti in acqua e tra impressionanti monoliti di roccia. A colorare l’avventura, liane, salti d’acqua ed una superba, eccentrica, vigorosa flora, fino a raggiungere le rovine di un antichissimo acquedotto in pietra – piccolo ‘angolo di Cambogia’ locale. Per quattro chilometri ne abbiamo attraversato i resti, scortati da memorabili scorci panoramici. Come se non bastasse, ci siamo spinti fino allo scheletro dell’antica ferrovia silana, orgoglio ingegneristico italiano. Lungo le sue tracce abbiamo incontrato vecchi caselli dismessi ed esplorato le stazioni abbandonate, di cui la natura si sta ormai riappropriando. Seguiteci su: Instagram / tspace.it Facebook / tspace.it Sito web https://www.tspaceproject.it Attrezzatura utilizzata per l'esplorazione: Scarpe: https://amzn.to/3rukGDV Machete: https://amzn.to/3M6gX7p Corda: https://amzn.to/3uOa30Y Accendi fuoco: https://amzn.to/3nHbVUV Guanti: https://amzn.to/3yqepgk Tazza legno: https://amzn.to/3QUav6H Borraccia: https://amzn.to/3y4kIoj Calzari neoprene: https://amzn.to/3Ajjlou Drone: https://amzn.to/3ExJ78Z Go pro: https://amzn.to/3Ejm2GO