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Quest’anno in Serie A 11 società su 20 appartengono a fondi o magnati venuti dall’estero. Ma non è tutto perché se allarghiamo il range e guardiamo anche alla serie B le cose non cambiano e alla fine possiamo dire che circa la metà delle 40 squadre di A e B sono controllate da proprietà straniere. Si può concludere quindi che metà del nostro calcio d’élite è in mano a persone che hanno acquistato club per fare del business. Esiste quindi una tendenza che sta portando il calcio sempre più verso le logiche di mercato e allora in questo video vedremo di cosa si occupano, a parte il calcio, i proprietari stranieri sbarcati in Italia e soprattutto cercheremo di capire perché ora a fare gola ai fondi stranieri non sono più solo i grandi club ma anche quelli medio piccoli: ultimo esempio Il passaggio del Monza dalla Fininvest dei Berlusconi agli americani del fondo Beckett Layne Ventures. 📩 Per info e collaborazioni: [email protected] / @calciofinanza ⚫ Instagram / calcioefinanza 🔵 Facebook / calcioefinanza 🌐 Sito Web www.calcioefinanza.it L’Atalanta attualmente è controllata al 65% da una cordata di investitori statunitensi guidati da Stephen Pagliuca imprenditore e dirigente co-presidente di Bain Capital una società di investimento con sede a Boston. mentre il restante 45% è della famiglia Percassi. Il 99% del Bologna è nelle mani dall’imprenditore canadese Joey Saputo la cui famiglia è la più grande produttrice di latte in Canada. Il Como è degli Hartono, ricchissima famiglia indonesiana, con affari nel mondo delle sigarette, delle banche dell’ e-commerce e molto altro e con un patrimonio stimato di circa 50 miliardi di dollari. Ne abbiamo parlato approfonditamente in questo video che vi linkiamo qui. Andando avanti troviamo: La Fiorentina che è di proprietà al 97% del miliardario italo-americano Rocco Commisso, fondatore di Mediacom la quinta azienda statunitense nel settore delle TV via cavo. Il 77 % del Genoa è da poco passato a Dan Șucu il fondatore di Mobexpert, il più grande marchio di arredamento in Romania Le milanesi sono nelle mani di due fondi americani Oaktree per l’Inter e Redbird per il Milan La Roma invece é posseduta al 100 % dal gruppo statunitense Friedkin che ha costruito la propria fortuna grazie soprattutto alle automobili diventando concessionario esclusivo del marchio Toyota negli Stati Uniti. E poi ci sono altre 3 realtà più piccole: Il Parma: di proprietà di Jerry Krause che detiene il 90 % delle azioni; possiede una holding di famiglia che controlla diverse attività, tra cui aziende vinicole, proprietà immobiliari e aziende agricole Poi il Pisa: con la proprietà divisa tra l’imprenditore italiano Giuseppe Corrado proprietario del circuito di cinema The Space e con il quale abbiamo fatto una interessante chiacchierata che vi linkiamo qui che ne detiene il 25%, e Alexander Knaster, imprenditore russo-americano fondatore di Pamplona Capital Management, una società di private equity. E infine l’Hellas Verona club da poco di proprietà della società americana Presidio Investors, che detiene il 100 % delle quote. Poi ci sarebbe la Juventus che per quanto controllata da Exor che ha sede nei Paesi Bassi, non è stata inclusa in questo elenco perché il suo socio ultimo di maggioranza è la Dicembre dei tre fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann che ha sede a Torino. Analizzata la situazione della Serie A, la cosa intrigante è che, allargando gli orizzonti, anche in Serie B ormai quasi la metà dei club, precisamente 8 su 20 è legata a proprietà straniere o a fondi di investimento: Cesena, Monza, Juve Stabia, Padova, Palermo, Sampdoria, Spezia e Venezia. Si può quindi notare che nel calcio italiano degli ultimi cinque anni i passaggi di proprietà sono avvenuti nella fascia medio-bassa della Serie A e in Serie B. In particolare vi sono stati solo due passaggi di proprietà di grandi club. E questo è per altro un dato in netto calo nei confronti del decennio 2010-2020 quando erano stati numerosi i passaggi di proprietà tra i big club. Nel contempo tornando agli ultimi cinque anni sono avvenute 12 operazioni di acquisizione di club di media levatura tra Serie A e Serie B, prendendo in considerazione solo i club che, nell’anno del passaggio di proprietà, erano in Serie A o Serie B: Una tendenza, quella della differenza tra acquisizioni di grandi club e di medio-piccoli, talmente netta che non si può pensare che sia soltanto la conseguenza del fatto che il numero di club da acquistare è per forza più elevato nella fascia medio-bassa che non in quella alta. #calcioefinanza #seriea #oaktree #cardinale #inter #milan