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“C’è una mano malvagia la cui nefasta influenza condiziona la nostra vita quotidiana, le decisioni politiche, l’andamento dell’economia e le libere scelte dei cittadini. Una rete di persone e istituzioni controlla l’informazione per influenzarci e renderci un gregge senza pensiero, continuamente distratto da una luccicante giostra di falsità e diversivi. Eventi orrendi accadono nella cerchia dei potenti, nascosti allo sguardo delle masse...ma il popolo si è ormai svegliato e ha smascherato il loro sporco gioco. Una battaglia silenziosa per il controllo del mondo è in corso, ma nessuno è disposto a raccontarvelo.” Nonostante quello che avete appena letto assomigli alla scadente sceneggiatura di un thriller psicologico è evidente a chiunque frequenti i social network che questo scenario oscuro e spaventoso rappresenta per molti la lente per leggere l’attualità. Questa visione della realtà, spesso definita complottismo, non è esclusiva di questo momento storico ma è certamente nell’evoluzione della tecnologia e dei mezzi di comunicazione che ha trovato il suo “brodo di coltura” ed è arrivato oggi ad assumere una diffusione allarmante. Perché interpretazioni tanto polarizzate e improbabili della realtà trovino una così vasta accoglienza rimane in parte ancora da capire ma una cosa è certa: risultano spesso impermeabili a qualunque forma di verifica dei fatti o alla contraddittorietà delle loro stesse argomentazioni. Sembra ormai urgente analizzare e comprendere il fenomeno perché il numero delle persone coinvolte ne rende evidente il rilievo sociale e le recenti elezioni presidenziali negli Stati Uniti ne hanno mostrato il potenziale di strumentalizzazione a fini politici. Poiché non ci sono comportamenti umani privi di un senso quali sono i fattori psicologici coinvolti in ragionamenti così fortemente orientati al sospetto verso tutto ciò che è ufficiale e istituzionale? E quali le caratteristiche di internet che ne favoriscono la rapida diffusione? Il fact-checking, i dati scientifici e le argomentazioni razionali sono davvero efficaci nel contrastare questo fenomeno? Ne parleremo con: David Puente responsabile del fact-checking della testata Open.online, Debunker Walter Quattrociocchi Professore Associato presso il Dipartimento di Informatica dell'Università Sapienza di Roma Caterina Suitner Professoressa Associata presso il Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università di Padova Modera: Davide Baventore vicepresidente dell’OPL