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Sviatoslav Richter plays L.V. Beethoven, Sonata op. 109. Live, Pompei 1991. Unpublished recording. Konsequenz - "I Nastri ritrovati" Fair use is a use permitted by copyright statute that might otherwise be infringing. Non-profit, educational or personal use tips the balance in favor of fair use. “fair use” for purposes such as criticism, comment, news reporting, teaching, scholarship and research. "Qualche mese fa ho ritrovato tra i miei nastri questa registrazione inedita di un concerto nel 1991. Nonostante fosse stata realizzata con mezzi di fortuna, e il nastro avesse quasi trent'anni, il restauro ha reso possibile un ascolto che non oscura la bellezza originaria della performance live di Richter, tenutasi all'aperto, nell'Anfiteatro degli Scavi di Pompei. Si è quindi deciso di rendere disponibile gratuitamente, e per soli scopi di documentazione, ricerca e studio, questo materiale rimasto in un cassetto per troppi anni, e riscoperto solo grazie alla curiosità e all'interesse del pianista Andrea Riccio". Courtesy of Girolamo De Simone. Sviatoslav Richter (dichiarazione allegata al programma del concerto) "Mi sono deciso ahimé troppo tardi a tenere davanti lo spartito durante i concerti, nonostante avessi intuito da tempo che bisognava farlo. È paradossale ma in un’epoca in cui il repertorio era più ristretto e meno complesso si suonava abitualmente con lo spartito e questa saggia usanza fu interrotta da Liszt. Oggi la testa – piuttosto che ben fornita di musica – è sovraccaricata da una abbondanza superflua, e rischia di affaticarsi pericolosamente. Che infantilismo e che vanità, fonte di fatiche inutili, questa specie di gara di prodezza della memoria, quando bisognerebbe soprattutto fare della buona musica che tocchi l’ascoltatore! Mediocre routine in cui si crogiola una gloria mendace e che il mio caro professore Heinrich Neuhaus tanto biasimava. L’incessante richiamo all’ordine dello spartito darebbe meno licenza a questa “libertà”, a questa “individualità” dell’interprete con cui si tiranneggia il pubblico e si infesta la musica, e che non è nient’altro che mancanza di umiltà e di rispetto per la musica stessa. Certo non è cosi facile essere assolutamente liberi quando si ha lo spartito davanti e ci vuole molto tempo, lavoro e abitudine, per questo è meglio cominciare il più presto possibile. Ecco un consiglio che darei volentieri ai giovani pianisti: adottare finalmente questo metodo sano e naturale che permetterà loro di non annoiarci vita natural durante con gli stessi programmi, e di crearsi loro stessi una vita musicale più ricca e variata.”